Corriere della Sera, 28 dicembre 2025
Il vicino accusa Ramazzotti: «Danni per 200 mila euro dalla sua ristrutturazione». I legali: richiesta irricevibile
I lavori di ristrutturazione in un appartamento acquistato nel quartiere di CityLife, a Milano, starebbero creando onerosi problemi a Eros Ramazzotti e al suo vicino del piano di sotto, il revisore dei conti genovese Paolo Rossi, che avrebbe chiesto al cantante 200mila euro di risarcimento per i presunti danni alla sua abitazione.
Un contenzioso riportato ieri dal quotidiano La Verità, ritenuto però «una versione incompleta e fuorviante dei fatti», ha replicato nel pomeriggio Gaetano Puglisi, manager di Ramazzotti e amministratore unico Radiorama.
La Verità, nel lungo articolo, corredato anche da immagini, ha ricostruito la vicenda partendo da ottobre 2024 quando Ramazzotti ha acquistato l’immobile, iniziando poco dopo dei lavori «devastanti che hanno gravemente danneggiato l’appartamento sottostante», sostengono i legali del revisore dei conti, arrivando al «distacco del plafone» in una parte dell’abitazione. Da lì è partito il contenzioso, poiché, secondo Rossi, la disponibilità iniziale dell’impresa di Ramazzotti di fermare i lavori e verificare i danni non sarebbe stata mantenuta e le operazioni sarebbero riprese nonostante il crollo.
A gennaio 2025, scrive La Verità, viene «contestato l’accaduto a Ramazzotti e all’impresa appaltatrice», ma l’avvocato dell’artista, Antonio Cacciato, replica che la perizia è «di per sé non ricevibile e non condivisibile anche perché generica, formata unilateralmente e non riscontrata, a supporto di (generiche, ampie e non circostanziate) richiesta risarcitorie, mostra un approccio immotivatamente aggressivo, che senz’altro rende meno agevole l’interlocuzione fra i soggetti coinvolti».
Si arriva così a una causa, in cui gli avvocati di Rossi quantificano il risarcimento «in oltre 200mila euro» e producono ulteriori relazioni in cui i danni sono attribuibili con certezza «ai lavori di ristrutturazione» in casa Ramazzotti. Dal lato dell’artista, invece, vengono ipotizzati anche problemi strutturali dell’edificio.
Tutta la vicenda, sostiene Puglisi nella nota divulgata ieri, è da verificare e «non rappresenta la situazione in cui si trovano gli immobili del dottor Rossi e di Ramazzotti che, ad oggi, è proprietario dell’unico appartamento non utilizzabile dello stabile». Il procedimento, prosegue il manager dell’artista, «è in corso e in questo giudizio sono coinvolti, oltre al dottor Rossi e a Ramazzotti, molti altri soggetti, proprio per verificare quali siano e di chi siano le eventuali responsabilità rispetto a quanto accaduto».
La richiesta di risarcimento, inoltre, sarebbe sproporzionata: «Secondo i nostri tecnici, il pregiudizio che il dottor Rossi può aver patito si assesta in un importo di gran lunga e sostanzialmente inferiore a quanto riportato. Sarà naturalmente il consulente tecnico nominato dal Tribunale a verificarne l’oggettivo ammontare, con un giudizio tecnico ed equilibrato nel quale si confida – scrive Puglisi —. Spiace che si provi a trarre conclusioni, che solo il giudizio in corso potrà dare, sfruttando l’eco mediatico della vicenda e continuando così a rendere più difficoltoso un dialogo al quale Ramazzotti è sempre stato disponibile nonostante la totale assenza di sue dirette responsabilità».
Il 19 gennaio, riporta La Verità, il giudice milanese Carlo Di Cataldo ha fissato un tentativo di conciliazione, mentre il tecnico avrà tempo fino al 9 febbraio per la relazione preliminare e fino al 10 aprile per quella finale. Le due parti, invece, potranno depositare osservazioni fino all’11 marzo.