Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 27 Sabato calendario

Rutelli in pista per il David di Donatello

Il “David di Donatello” è il più prestigioso premio del cinema italiano, ma negli ultimi anni si sono moltiplicate le critiche sulla sua “governance”: giuria elefantiaca di duemila persone (selezionate non si sa come), cerimonia su Rai1 sempre più ingessata e con ascolti in calo (dal 17% del 2024 al 13% del 2025). Come risollevarlo? Magari con un ex sindaco di Roma senza incarichi politici da un po’ di tempo, come Francesco Rutelli.
Il “David” resta una sorta di misterioso “sancta sanctorum” del cinema italiano, ovvero della sua casta: nel consiglio di amministrazione, formato da 12 persone, presieduto dal 2018 dalla ex direttrice del mensile Ciak Piera Detassis, siedono i rappresentanti della maggiore lobby dei produttori ovvero l’Anica, degli esercenti cinematografici cioè l’Anec, e della Rai, e di alcune associazioni degli autori. Il premio è gestito dalla “Accademia del Cinema Italiano”, che vive prevalentemente di contributi pubblici: sul totale di circa 1 milione di euro di ricavi nell’anno 2024, ben 703 mila euro da parte del ministero della Cultura, a fronte di 228 mila euro da “sponsorizzazioni”, con Netflix in prima fila. Il bilancio 2024 si è chiuso con un disavanzo di 199 mila euro e il ricorso a prestiti bancari (Bnl) per 100 mila euro. Per il 2025 si profila un deficit di 400 mila euro. Per tamponare la crisi acuta, l’Accademia ha bussato alla porta della Siae – Società Italiana Autori ed Editori, presieduta dal potentissimo Salvo Nastasi, già Segretario generale del Mic con Dario Franceschini e oggi anche Presidente della Fondazione Cinema per Roma (che organizza il Festival di Roma). In cambio del sostegno economico, Nastasi avrebbe indicato per la guida del “David” Francesco Rutelli, già sindaco di Roma (dal 1993 al 2001) ed ex presidente dell’Anica (dal 2016 al 2024), attualmente alla guida del festival romano “Videocittà”, iniziativa criticata per l’entità dei finanziamenti pubblici (nel 2024, solo dal Mic ben 260 mila euro) e per l’assenza di rendicontazione accessibile. Gli interessati, contattati dal Fatto, smentiscono. Siae fa sapere che “non sostiene nessuno perché non è il suo ruolo”, e che è coinvolta nella Fondazione che organizza il “David” solo come “socio fondatore sostenitore”. Anche l’ex sindaco di Roma se ne tira fuori.
Nel frattempo il 19 dicembre è stato annunciato un nuovo red carpet per le serie televisive, il Premio “Maximo” dell’“Italian Global Series Festival”. Il progetto è di Chiara Sbarigia, prima consigliera della Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni e già presidente di Cinecittà, dimessasi nel giugno 2025 su invito del ministro Alessandro Giuli, anche a seguito di polemiche sui potenziali conflitti di interesse, essendo al contempo la Presidente dell’Associazione dei Produttori Televisivi (Apa). Anche l’“Italian Global Series Festival” è finanziato dallo Stato con 2 milioni di euro, che il ministero della Cultura assegna a Cinecittà che li trasferisce all’Apa, in assenza di procedure pubbliche: anche in questo caso sono emerse perplessità sia per il deficit di trasparenza sia per l’intreccio opaco tra istituzioni e lobby e politica. E nessuna di queste iniziative beneficia di valutazioni di impatto che consentano di misurarne l’efficacia, l’utilità, il senso per la promozione culturale del cinema e dell’audiovisivo.