la Repubblica, 27 dicembre 2025
Firenze, la Corte di appello: no all’uso del seme congelato del marito morto
Ancora un no. La corte di appello di Firenze ha respinto il ricorso di una donna cui era stato negato l’uso del seme congelato del marito morto. Una vicenda che si trascina da anni (il primo grado di giudizio risale al 2021), e che con tutta probabilità avrà il suo epilogo solo in Cassazione.
Il campione biologico era stato depositato presso una struttura di Firenze perché l’uomo – afflitto da una grave patologia- temeva di perdere la vita o, se fosse sopravvissuto alle terapie, la fertilità. Nel testamento, così, aveva autorizzato la propria compagna al ritiro del campione di liquido seminale, “al fine di poter realizzare – si legge nella sentenza – il nostro sogno di procreare un nostro bambino, anche se io venissi a mancare”. Dopo la morte del coniuge la donna aveva chiesto di poter accedere alle cure con il campione congelato, senza però convincere i giudici di primo grado. Da qui l’appello, anche questo approdato alla stessa conclusione. Secondo i giudici, le indicazioni testamentarie devono essere considerate nulle in quanto “contrarie all’ordine pubblico”, essendo la procreazione medicalmente assistita post mortem non consentita in Italia, nemmeno in caso di accordo tra le parti.
"Nel caso specifico – prosegue la sentenza – il campione di seme maschile umano crio-conservato era stato depositato per consentire la procreazione, nell’eventualità di futura sterilità del depositante e la stessa disposizione testamentaria aveva fatto esplicito riferimento al concepimento di un figlio dopo la sua morte”. E i giudici hanno anche disposto la distruzione del campione: il rischio che la donna, una volta ricevuto in consegna dalla struttura sanitaria il liquido seminale, possa andare in altri paesi dove la Pma post mortem è consentita, è troppo alto e aggirerebbe una legge dello Stato.Per questi motivi, l’appello della donna è stato quindi respinto e il liquido seminale andrà distrutto, a meno che non venga presentato il ricorso in Cassazione.