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 2025  dicembre 27 Sabato calendario

Decreto Ucraina, pressing leghista. Palazzo Chigi: nessun problema

Scatta il conto alla rovescia per l’approvazione del decreto di sostegno all’Ucraina, che sarà all’ordine del giorno lunedì, e puntuale il partito di Matteo Salvini si fa sentire per marcare la differenza. «La Lega ha sempre detto di auspicare la pace e un decreto diverso da quelli del passato per forma e contenuti», lasciano filtrare dal quartier generale di via Bellerio. Vale a dire? «Abbiamo sempre sostenuto di voler parlare prioritariamente di sostegno civile, sanitario ed energetico e non solo di rafforzamento offensivo», è il monito leghista. Anche se ci tengono a sottolineare che non c’è la volontà di strappare: «La mediazione sta rispondendo pienamente a questi requisiti».
Un atteggiamento che non sembra preoccupare troppo Palazzo Chigi, visto anche il chiarimento che c’era stato all’interno del governo prima della pausa festiva con il richiamo della premier Giorgia Meloni alla compattezza. Ufficialmente assicurano «problemi zero», consapevoli comunque che un minimo di trattativa dovrà esserci. «Il provvedimento è chiuso da settimane. Non c’è mai stato disaccordo», ha già dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, a domanda su posizioni filorusse interne al governo, ha risposto senza giri di parole: «Minchiate». Mettendo in guardia dall’«unica guerra che Putin stia vincendo: quella della disinformazione». Quanto alla richiesta di specificare che si punti sull’aiuto ai civili, dice che «è ciò che l’Italia ha sempre fatto».
D’altra parte è difficile sostenere che per i civili e per le loro infrastrutture energetiche, bombardate ogni notte, non siano preziosi i sistemi di difesa antiaerea.
Al centro dell’attenzione resta dunque il Mamba, il sistema antiaereo multifunzione SamP/T e le parti che lo compongono: radar multifunzione, unità di comando e controllo, lanciarazzi mobili con missili Aster 30 che ne fanno uno scudo efficace contro aerei, elicotteri, missili da crociera, ma anche da droni e mini-missili balistici.
La Lega però, filtra ancora, sarebbe entrata «in una fase intransigente». Pronta a replicare la modalità «pensioni», sperimentata per difendere le sue posizioni nella Manovra. Il regista è lo stesso: Claudio Borghi.
Anche nel giorno di Natale ha ribadito su Twitter che non potrà essere «un decreto “armi e basta” come gli altri». Diversi i «compromessi possibili, come vincolare il tutto alla prevalenza di equipaggiamento a difesa della popolazione civile. Dubito che se mandiamo un ospedale da campo qualcuno abbia da ridire», ha buttato lì. Ma meglio curare o prevenire le ferite? Comunque, se si vuole aggiungere la frase «aiuti sanitari ed energetici» al testo, non arriverà nessuna obiezione.
Così, pur di tacitare gi alleati leghisti in pressing, si è lavorato di cesello linguistico. E dopo confronti col sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano, e con la Difesa, si è stesa una bozza. Rimane la durata di un anno, a dispetto della riduzione a tre mesi chiesta dalla Lega. E si ipotizza una premessa con un riferimento alle «trattative diplomatiche» in corso per la pace. Mantenendo però quello sul rispetto della «sovranità» dell’Ucraina.