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 2025  dicembre 24 Mercoledì calendario

Nadia Battocletti: "Corri, vinco, studio e prego: voglio tutto"

Nadia Battocletti, che i tifosi hanno ribattezzato «StraordiNadia», Natale con i tuoi?
«Certo, anche con i miei libri: ho un esame il 30, l’ultimo prima della tesi di laurea»
Difficile?
«Geotecnica. Gli esami sempre complessi Però grazie a un programma che c’è nella mia università, a Trento, il progetto Top Sport, riusciamo a portare avanti la cosiddetta dual career’, studio e sport».
Esami con vantaggi?
«Ma no, mica chiediamo questo. Solo di poter sostenere l’esame magari fuori appello, perché alle volte coinciderebbe con le gare. Tutto qui, e ne ho approfittato’ solo tre volte su 36. Però è un’ottima cosa per l’atleta-studente».
Specie per un’atleta come lei: quanti chilometri al giorno?
«Beh, dipende: diciamo un centinaio a settimana. Tanti? Le mi avversarie ne fanno anche molti di più».
Ingegnere (edile) e architetto (del legno) quando?
«Forse a luglio, forse a ottobre».
E in mezzo?
«Gli Europei di Birmingham, la prima metà di agosto, i cinquemila e i diecimila».
Titoli romani’ da difendere: li prese all’Olimpico impazzito per lei nel 2024. Ci tornerà il prossimo 4 giugno per il Golden Gala 2026: è la prima stella ad essere stata annunciata.
«L’Olimpico è un sogno, ricordi magnifici, quegli Europei, il 1500 dopo Parigi, e tutta la famiglia a tifare per me, e i supporters»
Adesso la stagione indoor
«Sì, verso i mondiali di Torun, che cominceranno quattro giorni dopo la fine del Ramadan. Sono musulmana praticante».
Ma lei è una ragazza da plein air’: lo era fin da ragazzina nelle sue valli trentine, Val di Non, Val di Sole C’è chi, grazie a lei, le pensa come la Rift Valley d’Italia, dove crescono le africane di lunga corsa
«Ho cominciato proprio lì, da bambina, il cross è una cosa naturale».
Sarà per questo che ha vinto sei volte il titolo europeo di specialità, crescendo di categoria d’età
«Però il mio primo trofeo l’ho vinto con gli sci in una gara di discesa, la prima coppa, la conservo sempre».
Quasi una versione atletica di Sinner
«A sette anni ho fatto la mia scelta».
E oggi se dovesse scegliere fra le molte specialità sportive che pratica vincendo, cross, pista, montagna, strada?
«Se da piccolina il cross era più naturale, giocoso, adesso direi la pista».
L’ultima volta che ha corso e vinto, qualche giorno fa, agli Europei di cross, in Portogallo, ha detto che il percorso le piaceva perché le ricordava quelli d’una volta
«Un po’ sì, tortuoso com’era, anche se era tutto più artificiale, meno alberi che da noi ci sono».
Lasciamo da parte Olimpiadi, mondiali, europei e tutto il cucuzzaro di medaglie e primati: ne scelga una tra quelle del cross.
«Devo proprio? Beh, allora direi la prima, quella in Olanda, a Tilburg, 2018, quella degli Under 20. In fondo è iniziata lì la serie no?».
La miglior gara dell’anno che sta finendo?
«L’argento dei diecimila a Tokyo mondiale, visto il campo avversario e come li ho corsi bene».
Una scelta l’atletica, oppure? Era lo sport di papà Giuliano mezzofondista e maratoneta e di mamma Jawhara Saddougui, ottocentista marocchina
«Decisamente una scelta, nessuna imposizione e nessun fratello o sorella maggiore da seguire o inseguire: sono figlia unica».
Com’è un papà allenatore come il suo?
«È un papà e un allenatore: nessun problema al riguardo, rapporti chiari e normali; la chiave è il dialogo, e anche la pazienza. Reciproca. Il papà che ti comprende, la mamma che ti coccola».
Nell’atletica è capitano, o capitana, della squadra; nelle Fiamme Azzurre per le quali è arruolata’?
«Agente scelto, ma so che già c’è la richiesta di salire di grado per meriti sportivi. È stato molto bello entrare in quella famiglia’, era il 2018, e non avevo ancora 18 anni: una rivoluzione’ a quell’età, ma mi sono trovata subito bene e mi ci trovo ancora. Capitano in azzurro? Beh, anche quei è stato bellissimo: crescere in una squadra così forte».
Per crescere ancora, Los Angeles 2028
«Già? Ci sono tanti obiettivi nel mezzo Intanto porterò la fiaccola di Milano-Cortina il 29 gennaio a Trento».
Gare da seguire con maggior piacere?
«Sceglierei il biathlon, la combinata nordica».
E la discesa che avrebbe potuto esser sua?...
«Certo: sono legata a Goggia e Brignone Però che emozione ritrovare la Vonn a quarant’anni»
Avrà tempo, Nadia che ne ha 25. Almeno un pensiero alla bandiera da portare in California? C’è già chi intravede una coppia Nadia-Greg, Battocletti-Paltrinieri, atletica-nuoto Però, nel frattempo, Tanti chilometri, tante cose da fare.
«Sì, ci vorrebbero giornate di 26 ore, il tempo sembra non bastare mai».
C’è tempo per i social?
«Io preferisco la realtà, la concretezza; quando c’è la possibilità, per me il telefono può rimanere anche spento».
Sa correre, sa vincere, sa studiare: una ragazza ideale. Sa anche cucinare, si sarebbe chiesto una volta?
«Le valdostane mi riescono bene: sono la mia specialità però anche tutti i primi».
Detto così sembrerebbe difficile mantenere i 47 chili dichiarati dalle schede sul metro e settanta. Però, poi, se si pensa a tutti i chilometri