Il Messaggero, 23 dicembre 2025
America’s Cup, alleanza tra 5 team Cambia la storia: gare ogni due anni
Fine del Grande Silenzio. Dopo settimane di feroci negoziati, di sussurri e grida, di indiscrezioni e provocazioni, alle 9 di ieri mattina l’annuncio: il famoso Partnership Agreement che condiziona la validità del Protocollo della 38° America’s Cup è stato sottoscritto dal Defender Emirates Team New Zealand, dal Challenger of Record inglese Athena Racing capitanato da Sir Ben Ainslie e da tre ulteriori challenger, l’italiano Luna Rossa che fa capo a Patrizio Bertelli e a Prada, lo svizzero Tudor Alinghi di Ernesto Bertarelli e il francese K Challenge. Il che significa che nel 2027 a Napoli la 38° America’s Cup vedrà in lotta almeno 5 team. La data per presentare le sfide resta il 31 gennaio, ed entro quel termine italiani, svizzeri e francesi formalizzeranno la propria presenza. Ma non è fantasioso pensare che per allora concretizzerà la sua partecipazione anche un team a stelle e strisce con i colori del Seawanhaka Corinthian Yacht Club di Oyster Bay – New York capitanato dal campione di match race Chris Poole di Riptide Sailing. Per capire la portata dell’annuncio bisogna però immergersi in un ginepraio storico/giuridico di non poco conto. L’America’s Cup ha 174 anni. Tutto nasce nel 1851 quando la goletta America attraversa l’Atlantico e in una regata che prevede la circumnavigazione dell’isola di Wight, batte il meglio dell’allora dominante yachting inglese. È la clamorosa vittoria della progettazione e della tecnologia del Nuovo Mondo, sulla ex Madre Patria. Il premio in palio è un grande trofeo d’argento cesellato, la “Vecchia Brocca”, che George L. Schuler, l’ultimo dei proprietari di America, dona nel 1887 al New York Yacht Club tramite il Deed of Gift, un atto di donazione di appena tre pagine, in cui la donazione è condizionata a che il trofeo sia messo in palio per sfide amichevoli tra nazioni differenti lanciate da Yacht Club. Una sfida impossibile per più di 100 anni, perché la superiorità della tecnologia statunitense non dà scampo, perché vigono rigorose regole di nazionalità per uomini e mezzi, perché è il Defender a stabilire unilateralmente tutte le regole senza condivisione. Tanto che ci vogliono 132 anni perché un Challenger, Australia II di Alan Bond, riesca a conquistare e a portarsi down under a Freemantle la Coppa. È il 1983, l’anno del debutto italiano in Coppa con Azzurra. Nel frattempo le regole di nazionalità per uomini e mezzi si sono allentate, e la Coppa diventa più contendibile, anche se fino ad oggi l’hanno vinta solo team di 4 nazioni: USA, Australia, Nuova Zelanda e Svizzera. La rivoluzione del Partnership Agreement annunciato ieri sta nella cessione di potere da parte del Defender a favore di una co-gestione dell’evento con gli sfidanti, nell’organizzazione e nei ricavi, in un’ottica di stabilizzazione che, come viene annunciato, avrà un ciclo biennale rispetto agli attuali intervalli più lunghi e non prevedibili, tenderà a un calendario regolare e fisso per favorire i tifosi. Vengono sottolineate anche «nuove misure di controllo dei costi per creare una competizione più equilibrata e un campo di gara più livellato, mantenendo l’America’s Cup all’avanguardia dell’innovazione velica». Viene infine confermato l’impegno a proseguire con la Women’s e Youth America’s Cup, «La nascita dell’America’s Cup Partnership segna un momento storico per la competizione più antica dello sport internazionale. Luna Rossa ha scelto di aderire a un progetto volto a garantire stabilità, sostenibilità e continuità all’America’s Cup, nel rispetto dei suoi valori e della sua capacità di innovare – dichiara Max Sirena, CEO di Luna Rossa – Una scelta responsabile verso lo sport, i nostri tifosi e le future generazioni di velisti italiani».«Questa partnership rappresenta l’impegno collettivo per elevare ulteriormente la vela sulla scena sportiva globale, restando fedeli alle tradizioni, ai valori e allo spirito competitivo dell’America’s Cup» rincara Ernesto Bertarelli, proprietario di Tudor Team Alinghi. Un’evoluzione della quale si saprà di più a Napoli il prossimo 21 gennaio quando verranno annunciate le date dell’America’s Cup e probabilmente degli eventi preparatori. Un’evoluzione importante, che desta perplessità nei nostalgici, che hanno vissuto la Coppa dei tycoon e della sua esclusiva, quasi inaccessibile, imprevedibile, unicità.