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 2025  dicembre 23 Martedì calendario

Grillo Jr e la condanna per stupro con gli amici: “Gruppo brutale. Vittima attendibile”

Settantadue pagine per ribadire che la ragazza che ha denunciato Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore del M5s, e i suoi amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia è stata del tutto “attendibile” e per sottolineare la “brutalità” del gruppo di giovani che, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, nella villa in Costa Smeralda di proprietà della famiglia Grillo, l’hanno fatta ubriacare e violentata. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza sullo stupro ai danni di una studentessa italo-norvegese che al tempo dei fatti aveva 19 anni. Il documento è stato depositato ieri presso il tribunale di Tempio Pausania dove si è svolto il lungo e tormentato processo in primo grado.
Per Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria il 22 settembre scorso è stata stabilita una condanna a 8 anni di carcere (l’accusa ne aveva chiesti 9), per Corsiglia a 6 anni e 6 mesi. Secondo i giudici “non vi è alcun dubbio che gli imputati abbiano con la loro azione leso consapevolmente la libertà sessuale della ragazza, approfittando, a tal fine, delle condizioni di minorata difesa di quest’ultima, e dunque ben consci dello stato di ubriachezza”. Dopo una serata trascorsa nel celebre locale Billionaire, insieme a un’altra amica, il gruppo era riuscito a far ingurgitare alla giovane un drink con una grande quantità di vodka che avrebbe poi posto la giovane “in condizione di inferiorità fisica e psichica, rendendola incapace di difendersi”. I giudici parlano di azioni compiute dai ragazzi, al tempo ventenni, “connotate da particolare brutalità” e in un “contesto predatorio e di prevaricazione”, frasi che non lasciano spazio ad alcun tipo di giustificazione e che potrebbero indirizzare, a questo punto, le mosse degli avvocati di difesa in maniera più cautelativa di quanto avvenuto fino a oggi. Se nel processo in primo grado tutti (Enrico Grillo, Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza, Antonella Cuccureddu, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli) erano stati compatti nella decisione di rinunciare al rito abbreviato, in appello qualcuno potrebbe chiedere invece il patteggiamento, in modo da ottenere uno sconto di pena e quindi provare a scongiurare o ridurre notevolmente il periodo da scontare in carcere una volta arrivati a sentenza definitiva.
Le motivazioni della sentenza accolgono la tesi della procura civile scardinando completamente quella portata avanti dal legale di Ciro Grillo, suo zio Enrico, il quale, mostrando alcuni video, aveva sostenuto che “nessun comportamento corporeo della ragazza” facesse pensare “a una sua minorata difesa fisica o psicologica, è questo è incompatibile con lo stato di blackout lamentato”. O ancora: “Alcuni degli elementi che abbiamo fanno veramente a pugni con il fatto che questa ragazza abbia subito traumi di quella portata”. I giudici di Tempio Pausania (il presidente del collegio Marco Contu, con Alessandro Cossu e Marcella Pinna) hanno invece chiarito che il reato di violenza sessuale si configura “non necessariamente annullando totalmente la volontà della vittima” – come dire che non è necessario sia del tutto incosciente o fuori di sé – ma è tale se la stessa “si sia concessa in una particolare situazione tale da influire negativamente sul suo processo mentale di libera determinazione”, e quindi “va esclusa l’ipotesi di possibile equivoco sulla presenza del consenso”.
Il collega ha anche stabilito che la studentessa, che più volte durante il processo ha avuto crolli nervosi, è “pienamente attendibile” e ha fornito un “racconto coeso e omogeneo, immutato nel suo nucleo essenziale, mentre le asserite contraddittorietà evidenziate dagli avvocati altro non devono ritenersi se non fisiologiche, e dovute alla difficoltà della stessa di ricordare infiniti dettagli d’una vicenda peraltro risalente a qualche anno prima rispetto alla sua escussione in dibattimento”.
Le motivazioni escludono anche che la ragazza abbia deciso di denunciare non immediatamente ma in un secondo momento perché spinta da motivazioni economiche: “semplicemente perché glielo consentivano le norme”. Ciro Grillo, negli ultimi anni, si è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e ha iniziato la pratica di avvocato. In questi giorni è prevista la nascita del suo primo figlio. Francesco Corsiglia, il giovane che è ha avuto la pena più lieve, vive tra la Liguria, la Spagna e l’Olanda e fa il manager di catene alberghiere. Anche Vittorio Lauria ed Eduardo Capitta hanno proseguito, in questi anni, nei loro percorsi di studio e lavoro.