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 2025  dicembre 23 Martedì calendario

Trump vuole cancellare Biden anche sulla pena di morte: i 37 graziati di nuovo verso l’esecuzione

Condannati a morte, salvati dall’esecuzione all’ultimo momento e adesso nuovamente in fila per essere giustiziati. Trentasette uomini sono intrappolati in questa tragica sequenza americana, tutto a causa del fervore con cui Donald Trump vuole rilanciare la pena di morte a livello federale.
Il predecessore Biden voleva fermarla, perciò aveva commutato all’ergastolo le sentenze degli assassini. Ora che è tornato alla Casa Bianca, però, il successore vuole rimetterli nelle mani del boia, un po’ per fare il contrario di Joe in ogni campo, ma molto soprattutto per rafforzare la propria immagine di leader della campagna per la legge e l’ordine, in particolare quando ci sono di mezzo le minoranze.
Negli Stati Uniti la pena di morte resta in vigore tanto al livello del governo federale, quanto a quello dei singoli stati. Le nuove condanne sono scese a 22 nel corso del 2025, in linea con la soglia storica più bassa mai raggiunta, mentre le esecuzioni sono salite a 47, ma solo a causa di un’impennata in Florida, secondo i dati del Death Penalty Information Center. La maggior parte dei condannati e dei giustiziati si trova nei singoli 50 stati che compongono l’Unione, con una tendenza al calo, anche perché secondo la Gallup il sostegno per la pena di morte tra gli americani è sceso al 52%, il livello più basso in mezzo secolo.
Seguendo questa linea, Biden aveva deciso di dare l’esempio a livello federale, commutando le sentenze di 37 condannati. Non li aveva graziati, ma trasferiti dal braccio della morte all’ergastolo. Il motivo non era la sottovalutazione dei loro crimini, ma la decisione politica di mettere fine ad un metodo medievale di punirli. Un’evoluzione per certi versi parallela a quella del catechismo della Chiesa cattolica, che ora è contro le esecuzioni per proteggere in ogni caso la vita, ma anche perché esistono metodi alternativi di punizione sicuri ed efficaci.
Trump però non ci sta. Non è questo il suo spirito, sul piano personale, ma neppure il suo interesse politico. Lui si presenta come il presidente di legge ed ordine, cosa che a suo avviso deve comprendere la logica dell’occhio per occhio, dente per dente. Perciò ha deciso di rimettere mano ai provvedimenti di Biden. Non può ricommutare le sentenze e farle tornare in vigore, e non può far riprocessare i colpevoli a livello federale, anche perché il principio della “double jeopardy” impedisce di incriminare, processare o punire una persona due volte per lo stesso reato, dopo l’assoluzione o la condanna.
Esiste un cavillo, però, che consente di aggirare il divieto se il primo procedimento è avvenuto a livello federale e il secondo avviene a quello statale, o viceversa. Perciò il 20 gennaio, primo giorno del secondo mandato, Trump ha firmato un decreto che fa proprio questo, ossia incoraggia gli stati a riportare in tribunale i 37 assassini già condannati nei tribunali federali, a cui Biden aveva commutato la pena dall’esecuzione all’ergastolo senza possibilità di essere mai liberati. In almeno quattro casi è quanto sta accadendo.
Uno è quello di Brandon Council, condannato a morte per gli omicidi di Donna Major e un suo collega, avvenuti nel 2017 durante una rapina in banca a Conway, South Carolina. Il New York Times ha rivelato che i procuratori locali hanno presentato una nuova incriminazione a livello statale, per poter processare daccapo il condannato e stavolta giustiziarlo.
Stesso discorso per Daniel Troya e Ricard Sanchez, condannati per l’omicidio di una famiglia in Florida nel 2006. Le loro punizioni sono state commutate nell’ergastolo, ma ora sono in attesa di un nuovo processo nella St. Lucie County. Molti stati, soprattutto nel sud, stanno avviando o considerando iniziative simili.
Trump ci conta perché pensa sia una linea popolare, ma i margini si stanno riducendo. Le generazioni più giovani non condividono la pena di morte, che nel prossimo futuro potrebbe scendere anche sotto la soglia del 50% di sostegno tra gli americani.