Corriere della Sera, 23 dicembre 2025
Si finge medico, viene assunta. Per mesi cura oltre 800 pazienti
Senza essere laureata in Medicina ma presentando una laurea falsa, senza aver mai ottenuto l’iscrizione all’Ordine dei Medici ma mostrando un certificato fasullo, senza avere mai svolto alcun apprendistato ma producendo nel curriculum una esperienza al Policlinico Gemelli di Roma, è riuscita a farsi assumere a tempo indeterminato a Milano dal Centro clinico Santagostino, e qui nel periodo di prova tra l’estate 2022 e l’inizio 2023 – prima di essere scoperta a marzo, quando già aveva firmato un nuovo contratto di assunzione all’Humanitas – come presunta endocrinologa ha visitato in sei mesi più di 800 pazienti: facendo diagnosi su patologie di cui nulla sapeva, prescrivendo farmaci a caso, somministrando dosi del tutto campate per aria. Al punto che parecchi pazienti hanno poi accusato peggioramenti di salute, rimediati dall’intervento dei propri medici di base o da altri (veri) specialisti.
Tutto a partire da un escamotage di sconfortante banalità pari solo evidentemente all’efficacia: e cioè sostituendo le proprie generalità a quelle di una (ovviamente ignara) omonima che invece medico era davvero. Una impostura che ha retto fin quando il Centro Santagostino ha perfezionato la verifica differita di alcune incongruenze che già all’inizio aveva colto nei dati anagrafici, e l’Humanitas ha stracciato il 20 marzo 2023 il contratto di assunzione che con la donna aveva firmato appena tre giorni prima.
Le denunce dei due ospedali hanno fatto finire la 45enne calabrese Giuliana Pietropaolo sotto inchiesta del pm Francesco Cajani, che ora in primo grado davanti alla giudice monocratica Antonella Bertoja, ha ottenuto la condanna della donna a 4 anni per le imputazioni di sostituzione di persona (ai danni della vera 47enne medico milanese Giuliana Pietropaolo), esercizio abusivo della professione medica, truffa, e falso materiale con contraffazione di timbri; il risarcimento di 10 mila euro all’Ordine dei Medici di Milano per i danni morali arrecati all’onorabilità dell’intera categoria; e una provvisionale immediatamente esecutiva di 100 mila euro a favore del truffato centro Santagostino.
Negli atti del procedimento ci sono pazienti che, dopo le visite della falsa dottoressa, si sono visti fare diagnosi inventate e prescrivere farmaci poi sconsigliati invece seccamente dai medici di base, hanno ricevuto dosaggi poi giudicati eccessivi dei medici veri, hanno subìto controindicazioni come forti dissenterie o problemi alla tiroide. Non ci sono tuttavia imputazioni di lesioni perché nessuno dei pazienti ha sporto querele su questo: a tutti, peraltro, il Centro Santagostino ha offerto o una prossima visita gratuita o il rimborso (sotto forma di un buono per il futuro) della visita effettuata con la finta dottoressa.
Nell’inchiesta la donna ha costruito la propria versione difensiva su un racconto peculiare. Dopo aver premesso di aver cambiato nome nel 2012 da Maria Antonella in Giuliana «perché mia mamma voleva chiamarmi così e invece il nome di battesimo era stato imposto dalla mia nonna paterna», ha sostenuto che, andata a fare la nuova carta d’identità, era stato il suo fidanzato a dire al dipendente del Comune di scrivere «medico» alla voce professione, «perché lui diceva che solo così sua madre mi avrebbe accettato».
Un racconto poi confusamente appesantito da riferimenti a una presunta «sottomissione psicologica» al fidanzato, rievocazioni di bullismi paesani, sospetti che il ragazzo le mettesse una qualche droga nei piatti cucinati, e misteriosi inseguimenti subìti da sconosciuti che nel 2022 l’avrebbero spinta «a portare documenti in una clinica che mi avrebbe assunta senza controllare i titoli, “se ti opporrai farai la fine di Maria Chindamo uccisa e sbranata dai maiali”». «Convincimenti deliranti», sostiene il perito della sua difesa, con «perdita di contatto rispetto alla realtà» in «un quadro psicopatologico profondamente alterato» e tale da poter «interferire sensibilmente sulla sua capacità di intendere e volere».