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 2025  dicembre 22 Lunedì calendario

Spari contro i ciclisti fuori Verona, gli atleti affiancati dalla Bmw durante l’allenamento. «Gli insulti, poi i colpi di pistola»

L’ultima domenica di Natale lungo le strade del Veronese per “fare la gamba” in attesa della prossima stagione. Una corsa che serviva ai ciclisti per trovare la forma giusta, per verificare possibili ritardi di condizione e, allo stesso tempo, per mettersi in gioco ed evidenziare le proprie potenzialità. Tutto questo, in pochi secondi, è passato in secondo piano, di fronte alla follia di un uomo che ha rischiato di provocare una strage. Nessuno è caduto, nessuno si è fatto male, ma il rischio è stato più che mai concreto. L’automobilista ha abbassato il finestrino destro della sua Bmw scura familiare. E prima ha offeso aspramente sette ciclisti in allenamento del gruppo Sc Padovani, storica società ciclistica patavina.
Poi, ha preso dal cruscotto una pistola e l’ha puntata contro gli atleti. Ha mirato ad altezza d’uomo e ha premuto il grilletto per due volte. Con tutta probabilità, si trattava di una pistola a salve: un’arma simile in tutto e per tutto alle pistole originali, con la differenza che utilizza munizioni che ricreano il rumore reale dello sparo, senza però far uscire alcun colpo. Sta di fatto che se i ciclisti fossero stati centrati, l’allenamento di ieri a Dolcè nel Veronese avrebbe assunto i connotati del dramma. L’automobilista, dopo aver sparato, ha scalato la marcia, e tra i tornanti delle colline veronesi ha fatto perdere le proprie tracce.
Trecento metri dopo, il gruppo di atleti è arrivato ad un punto di ristoro, dove era ferma una vettura. All’automobilista, un direttore sportivo, hanno immediatamente chiesto di inseguire la Bmw. Ma chi aveva premuto il grilletto due volte era riuscito a far perdere le proprie tracce. Dopo il grande spavento, si è deciso di interrompere l’allenamento. Troppo grande lo spavento. A mettere nei guai l’automobilista, oltre alle telecamere di videosorveglianza comunale, potrebbe essere anche un video che proprio negli istanti del dramma sfiorato, ha girato una troupe di “Extraciclismo”.
Il nastro ora è stato acquisito dai carabinieri, che effettueranno tutte le indagini del caso per risalire alla targa del mezzo, e di conseguenza all’uomo che ha deciso di rovinare una domenica di allenamento di un gruppo di ragazzi della Sc Padovani. Nessuno dei coinvolti, fortunatamente, ha necessitato delle cure del pronto soccorso. Nonostante questo, si è trattato di un’esperienza da dimenticare. «Siamo abituati agli insulti durante gli allenamenti hanno raccontato al direttore sportivo, non appena la situazione si è tranquillizzata, tuttavia diventare bersaglio di un folle è una cosa che non possiamo accettare». La denuncia da parte dei vertici della società è stata in tempi rapidi formalizzata ai carabinieri scaligeri.
Galdino Peruzzo, storico presidente padovano della Sc Padovani, al timone della squadra dal 2012 ha riferito: «Siamo sollevati che tutti i ragazzi siano sani e salvi dopo quanto successo ieri. Si tratta di una vicenda terribile che ci auguriamo non si ripeta mai più: la strada è la palestra dei nostri ragazzi e, come società, abbiamo provveduto ad adottare tutte le misure del caso per farli pedalare in sicurezza. Purtroppo, di fronte alla follia di certe persone, non possiamo davvero fare nulla. Quanto è successo ieri in Val d’Adige, peraltro, non è l’unico episodio di aggressione da parte di automobilisti agli atleti della Sc Padovani impegnati in allenamento in queste settimane. Va ricordato che anche nello scorso mese di settembre, Marco Palomba era stato investito da un pirata della strada. È necessario ha concluso sensibilizzare tutti coloro che si mettono al volante ad una cultura di maggiore rispetto». Il sodalizio, guidato da 13 anni da Galdino Peruzzo, è storico nel panorama ciclistico dilettantistico essendo nato nel 1909. Tra i vari successi che Sc Padovani può annoverare ci sono anche 11 medaglie olimpiche. Attualmente sono 14 gli atleti della Sc Padovani, tra cui due padovani. Ieri l’età dei “miracolati” è stata tra i 19 e i 25 anni. Tutti si sono detti pronti a rimettersi in sella, ma non dimenticheranno troppo facilmente la brutta avventura vissuta. Nel frattempo, le indagini dei carabinieri sono in pieno svolgimento. Oltre a capire perché l’uomo abbia sparato ai ciclisti, bisognerà anche verificare il perché si muovesse in auto armato. Nel caso venga identificato, rischia di finire seriamente nei guai con la giustizia.