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 2025  dicembre 22 Lunedì calendario

Il Kazakistan produrrà munizioni secondo gli standard Nato per limitare la dipendenza dalla Russia. Mosca: “Mossa ostile”

Negli ultimi giorni è tornato di prepotenza sotto ai riflettori il tema di una possibile adesione dell’Ucraina alla Nato. Nelle stesse ore, anche in una regione ben diversa dall’Europa dell’Est ma che comunque “gode” della grande attenzione che le riserva Mosca, l’Alleanza Atlantica è stata causa di tensioni. Il Kazakistan, gigante centro asiatico che condivide con la Russia il secondo confine terrestre più lungo al mondo dopo quello tra Stati Uniti e Canada, avrebbe infatti lanciato un progetto che prevede investimenti per un miliardo di dollari per mettere a regime quattro fabbriche di munizioni e di artiglieria varia conformi sia agli standard “tradizionali” sia a quelli Nato. L’orizzonte temporale è a breve termine, considerando che il primo impianto entrerà in funzione nel 2027.
L’obiettivo della repubblica asiatica è chiaro, ossia affrancarsi dalla dipendenza dall’eredità sovietica e dalle forniture estere, quelle della Russia su tutte, in campo militare. D’altronde sono state direttamente delle fonti dell’esercito kazaco a definire a chiare lettere il quadro. Secondo quanto riportato da alcuni media internazionali in lingua russa, alcuni ufficiali delle forze armate di Astana avrebbero sottolineato la necessità di sviluppare un piano di ammodernamento per garantire la sicurezza nazionale in un contesto internazionale così mutevole. In quell’area di mondo si tratta di un riferimento che non può che tirare in ballo il sempre più ingombrante vicino settentrionale. Il ministero della Difesa kazaco ha negato blandamente le indiscrezioni, sostenendo che il progetto non è pensato in contrapposizione a nessun paese.
In ogni caso la risposta di una delle voci più dure della nomenklatura moscovita non si è fatta attendere. Alexey Zhuravlev, vicepresidente della commissione difesa della Duma di Stato, ha tuonato contro la mossa del Kazakistan, definendola “ostile”. Nelle sue dichiarazioni, riportate dal media russo Gazeta.ru, il funzionario non ha mancato di ricordare i tentativi del governo kazaco di ridurre il peso della lingua russa nella repubblica centro asiatica e gli aiuti che Astana ha mandato dal febbraio del 2022 all’Ucraina. A suo dire, tutte mosse che sono chiaramente contrarie al posizionamento ufficiale del Kazakistan, di grande vicinanza al Cremlino. Zhuravlev ha menzionato anche la situazione in cui la collaborazione con l’occidente ha, secondo lui, messo Kiev. Se non è una chiara minaccia, poco ci manca.
Va detto che il Kazakistan collabora con la Nato fin dalla sua indipendenza all’inizio degli anni ‘90, una cooperazione che però si è sempre limitata al campo politico, a quello dello scambio di informazioni o a quello dell’organizzazione di esercitazioni congiunte ma sempre su base multilaterale con il coinvolgimento di vari paesi. Ciò non ha impedito ad Astana di intrattenere rapporti molto approfonditi con Mosca dal punto di vista militare, vicinanza che si concretizza sia nella relazione bilaterale sia nell’adesione kazaca alla CSTO – Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva – il principale organismo di sicurezza regionale guidato dalla Russia.
A stretto giro dalla diffusione della notizia relativa al Kazakistan, la Polonia ha annunciato la possibilità di supportare l’Uzbekistan sul fronte militare. Varsavia si sarebbe proposta di mettere a disposizione di Tashkent esperti in grado di lavorare alla creazione di un centro di assistenza per la riparazione delle attrezzature e la produzione di hardware militare. Considerando il posizionamento molto duro del governo polacco rispetto al rapporto con la Russia, sicuramente al Cremlino nemmeno questo annuncio è passato inosservato.
Le repubbliche dell’Asia Centrale si stanno sempre più rendendo protagoniste di un gioco di equilibrio che le vede ampliare le proprie relazioni internazionali – in queste ore i presidenti regionali sono in Giappone per un summit congiunto con il paese nipponico – prestando allo stesso tempo molta attenzione a non rompere con la Russia. Il fronte militare potrebbe però riservare sorprese, in negativo, in tal senso.