il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2025
La sai l’ultima?
Bestie Nella classifica degli animali monogami l’uomo arriva settimo: fa peggio di topi e castori
Se la monogamia fosse un campionato, come si classificherebbe l’essere umano? Secondo uno studio di Cambridge, nella Serie A dei mammiferi, l’uomo si piazza a metà della graduatoria: è solo settimo. Qual è il criterio dello studio? Il campione statistico è stato realizzato contando fratellini e fratellastri in 103 società umane e 34 specie animali. Nella specie umana, il 66% di fratelli sono nati dagli stessi genitori. Due su tre: bene, ma non benissimo. Andiamo meglio di suricati e gibboni, ma peggio dei castori eurasiatici, campioni di fedeltà. In testa c’è il topo cervino californiano: è l’animale più fedele del mondo. Ultime, tipo la Fiorentina, le pecore Soay: bestie libertine e senza rimorsi. Il quadro che emerge, in sintesi, è il seguente: la monogamia sociale – legami stabili per crescere figli – resta un tratto umano “di base”, ma se allarghiamo lo sguardo e ci confrontiamo con orsi e foche, scopriamo che non siamo tanto diversi. Non siamo santi, ma nemmeno pecore.
Michigan Non vuole riconoscere il figlio e manda un amico a fare il test del dna al posto suo: rischiano il carcere insieme
A proposito di monogamia e legami familiari. Due eruditi cittadini del Michigan hanno pensato di fregare il test di paternità come si bara a un esame: scambiandosi l’identità. Mark McCracken, 34 anni, temeva di risultare il padre di un bambino e di dover pagare il mantenimento. Così ha mandato al suo posto l’amico Derek Harrison, 36, a lasciare il campione di Dna. Harrison si è presentato all’ufficio pubblico firmando con il nome di McCracken e ha consegnato la sua saliva, sperando che il test dimostrasse che il padre non era lui. Geniale no? Pensavano di passare sopra all’evidenza genetica con un cambio di nome: un piano avveniristico, da Nobel. E invece – chi l’avrebbe mai detto – li hanno scoperti. Gli investigatori hanno ricostruito lo scambio e ora entrambi sono accusati di manomissione delle prove. Il procuratore parla di un tentativo “oltraggioso” di aggirare le regole sul mantenimento dei figli: rischiano fino a quattro anni di carcere.
South Carolina I detenuti fanno entrare la merce in carcere attraverso un drone, ma il carico di Natale viene intercettato
Un drone carico come per una grigliata di Natale prova a sorvolare il carcere di Lee, South Carolina. Nel sacchetto del Piggly Wiggly, catena di supermercati yankee: bistecche, chele di granchio, due buste di marijuana e Marlboro verdi. La polizia intercetta tutto prima che atterri in cortile. Il Dipartimento penitenziario scherza sui social: “Contraband Christmas”, con emoji del granchio. Ma dietro l’ironia c’è un fenomeno reale: i droni “attaccano ogni notte”, dicono, e la tecnologia corre più delle recinzioni. Negli Usa si studiano contromisure, perfino un muro antidroni stile Von der Leyen, mentre la legge della South Carolina ricorda che portare contrabbando in carcere è un reato grave. Non è nemmeno una novità assoluta: il primo tentativo di contrabbando via drone risale a dieci anni fa; cambia il modello, non il copione. I detenuti però sono rimasti a secco, festa rovinata. Non solo le prigioni sono sempre sovraffollate: c’è traffico anche nel cielo che si vede oltre le sbarre.
Lecce Fiaba natalizia, ma senza lieto fine: fugge dalla polizia e si nasconde (invano) dentro al presepe a grandezza naturale
Sono passate quasi due settimane da questa notizia capolavoro, un pezzo di commedia italiana, ma lo spirito di Natale scorre forte in noi. A Galatone, nel cuore del Salento, il presepe prende vita. Tra i pastori e la Sacra Famiglia, a grandezza naturale, una statua si muove. Non è un miracolo celeste, ma opera dell’uomo; ce n’è uno in carne e ossa che si mimetizza tra le figure. Ma questo personaggio eroico viene scoperto dal sindaco del paese, che avverte le forze dell’ordine: il “pastore” è un 38enne ghanese, che non stava recitando per devozione, ma per necessità. Era ricercato a Bologna: deve scontare quasi dieci mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Fine della scena, triste sipario: dal presepe al carcere di Lecce. Il primo cittadino ringrazia la polizia e parla di legalità ristabilita, a noi rimane l’amaro in bocca. Senza essere blasfemi, dovrebbe essere la storia da cui ha origine il Natale stesso: l’uomo in fuga cerca riparo in luoghi imperscrutabili.
Giappone La 32enne Noguchi sposa Klaus, un personaggio generato dall’AI: “Chatgpt mi ha convinto a lasciare il mio ex”
Doveva succedere, prima o poi. Musica, abito bianco, lacrime di gioia: siamo in una sala per matrimoni in Giappone. La cerimonia è tradizionale, pantone bianco immacolato: solo che lo sposo non esiste. Yurina Noguchi, 32 anni, ha detto sì a Klaus, personaggio generato dall’intelligenza artificiale che le parla dallo schermo di un tablet. All’inizio era “solo qualcuno con cui chiacchierare”, dice lei, poi confidenze, sentimenti, la proposta. E il matrimonio, celebrato con tiara, anello e fotografo in realtà aumentata, mentre lo sposo virtuale è appoggiato su un cavalletto. Noguchi racconta di aver chiuso, su consiglio di ChatGPT, una relazione in carne e ossa e di aver poi incontrato Klaus, versione personalizzata di un eroe dei videogiochi. Sui social la insultano, lei fa spallucce. Non sembra nemmeno in cerca d’attenzione: forse è vittima di una sconfinata solitudine o portatrice di qualche forma patologica. Ma in Giappone, dove l’idolatria dei personaggi immaginari è un fenomeno culturale, il confine della realtà è stato spinto un altro passo oltre.
Cina Un prestigiatore si fa impiantare un microchip dentro la mano per i suoi numeri di magia, ma si scorda la password
Il trucco si è vendicato del mago. Zi Teng Wang è un prestigiatore – e uno scienziato – che anni fa si è fatto impiantare sotto la pelle della mano un piccolo chip Rfid, quelli che possono essere letti avvicinandoli a un telefono. L’idea era usarlo per i suoi numeri: far “succedere cose” sugli smartphone del pubblico semplicemente passandoci sopra la mano. Ma il trucco funzionava male: spesso i telefoni non leggevano il chip, e l’effetto era tutto tranne che magico. Zi ha cambiato più volte l’uso del chip: prima ci ha scritto un indirizzo bitcoin, poi un link a un meme. Ogni volta veniva protetto con una password: col passare degli anni, il mago se l’ha dimenticata. Risultato: il chip è ancora nella sua mano, ma lui non può più modificarlo né usarlo. È “bloccato dentro” al suo stesso impianto. Per sbloccarlo, dicono gli esperti, bisognerebbe provare miliardi di combinazioni con un lettore Rfid per giorni o settimane: di fatto, impossibile. Una condizione amara: vive una distopia cyberpunk. È tagliato fuori dalla tecnologia che ha nel corpo, e solo per colpa sua.
Stati Uniti Il governo mette al bando i “penny” e le monetine diventano cult: gli ultimi centesimi valgono milioni di dollari
È la rivincita dei detestati “ramini”. Negli Stati Uniti i collezionisti hanno sborsato milioni per gli ultimi penny, le monete da un centesimo messe in circolazione prima che il governo ne chiudesse la produzione, a novembre. All’asta di Stack’s Bowers sono stati venduti 232 set “finali” per 16,76 milioni di dollari: ogni trio con un penny di Philadelphia, uno di Denver e uno in oro 24 carati, tutti marchiati da un simbolo Omega. L’ultimo set, con gli ultimissimi tre penny mai coniati, è volato a 800 mila dollari, insieme agli stampi che li hanno prodotti. “Mai visto niente del genere”, dice chi di aste vive da quarant’anni. E in effetti il centesimo, nato nel 1793 quando bastava per un biscotto, oggi finisce nei barattoli o nei cassetti. Ma ora che esce di scena, diventa feticcio: 232 set per i suoi 232 anni di vita. Addio alla monetina inutile, benvenuto al mito. Anche le cose che non comprano più nulla possono valere una fortuna.