il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2025
Gli affari di Leonardo Maria Del Vecchio, ricco e molto indebitato
Leonardo Maria Del Vecchio va a destra. Dopo aver presentato un’offerta di 140 milioni di euro per i giornali di Gedi, rifiutata da John Elkann, il giovane ereditiere di un ottavo della fortuna di Leonardo Del Vecchio ha chiuso un accordo per comprare per circa 30 milioni il 30% del Giornale, affiancando Antonio Angelucci (deputato della Lega con il record di assenteismo) e sta trattando l’acquisto da Andrea Riffeser della maggioranza di Qn, il gruppo editoriale che pubblica Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione. Forse Leonardo Maria avrebbe bisogno di chiarirsi le idee sulla linea editoriale di questi giornali, oppure ritiene che la finta opposizione di Repubblica al governo di Giorgia Meloni sia compatibile con testate di destra come Il Giornale e Qn.
Insomma, dopo i ristoranti della Milano da bere, frequentati da modelle, la produzione cinematografica (ha il 13,78% di Leone Film Group), gli immobili, le Terme di Fiuggi, il Twiga comprato da Flavio Briatore, è arrivata la passione per l’editoria: mancano una squadra di calcio e una televisione per farne un piccolo Berlusconi.
A soli 30 anni il quarto dei sei figli del fondatore di Luxottica è considerato da Forbes il 500esimo uomo più ricco del mondo, con una ricchezza stimata di 7,5 miliardi di dollari. Ma questa ricchezza è solo potenziale, calcolata sul valore della sua quota nella Delfin, la holding lussemburghese che possiede l’impero creato dal padre Leonardo, dal valore di circa 60 miliardi di euro, in cui spicca il 32% di EssilorLuxottica, numero uno mondiale degli occhiali, oltre ai preziosi pacchetti di Mps, Generali e Unicredit.
Il capitale di Delfin è frazionato in otto quote identiche fra gli eredi, Leonardo Maria ha il 12,5%, come i cinque fratelli, la madre Nicoletta Zampillo e Rocco Basilico, figlio di Nicoletta e del primo marito. Ma poiché non c’è accordo sull’eredità, il tesoro non è stato distribuito. E dunque il nostro è un miliardario pieno di debiti, contratti per fare una raffica di acquisizioni in settori sparpagliati e dalla dubbia redditività, soprattutto i ristoranti.
Leonardo Maria Del Vecchio è capo delle strategie di EssilorLuxottica e presidente di Ray-Ban, ma gli investimenti personali passano attraverso Lmdv Capital Srl, il suo family office che ha sede a Milano in via Monte Napoleone. Leonardo Maria ne è socio unico e presidente, l’ad è Marco Talarico.
Talarico ha dichiarato che, con le acquisizioni dell’ultimo anno, il valore degli asset sfiora il miliardo. Ma leggendo i bilanci di Lmdv Capital è bene essere più prudenti. L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2024 solo il 27 ottobre, in ritardo rispetto al termine di legge che è di quattro-sei mesi oltre la fine dell’esercizio. Il bilancio non è certificato da un revisore esterno.
A fine 2024 risultavano investimenti per 350 milioni e un attivo netto di 516 milioni. Il bilancio 2024 ha dichiarato il primo utile netto, appena 31.917 euro dopo le perdite di -1,855 milioni del 2023 e -1.129 euro del 2022, l’anno di avvio.
La holding nel 2024 ha aumentato i ricavi da 4,8 a 22,8 milioni, derivanti da “vendita titoli”, non meglio precisata. Inoltre sono iscritti nelle entrate 44,1 milioni di “variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti”, di cui non c’è spiegazione. Sommando queste voci il valore della produzione è aumentato da 7,9 a 67 milioni. Leonardo Maria paga bene i dieci dipendenti, in totale 4,36 milioni nel 2024. E agli amministratori, tra cui se stesso e Talarico, ha erogato 3,15 milioni.
Il tallone d’Achille di Lmdv Capital sono i debiti elevati, saliti da 92 a 358 milioni, più del doppio dei crediti, passati da 56,6 a 167 milioni. La società ha liquidità pari a 26,6 milioni. Ci sono debiti infruttiferi verso Del Vecchio, saliti da 76,1 a 177,5 milioni, ma anche debiti verso banche aumentati da 15,6 a 178,4 milioni e su questi la società ha pagato 4,9 milioni di interessi (2,7 milioni al netto dei proventi finanziari). Tra le banche finanziatrici ci sono Intesa Sanpaolo e Banco Desio.
La società ha un patrimonio netto passato da 4,68 a 156,4 milioni. Ma il capitale versato da Del Vecchio è di appena 9,68 milioni, la quasi totalità del patrimonio netto è costituita dalla “riserva da rivalutazione delle partecipazioni” per 146,7 milioni. Nel 2024 la società ha rivalutato “alcune partecipazioni” per 146,7 milioni, così ha incrementato – ma solo sulla carta – il patrimonio contabile, portando il valore totale delle partecipazioni a 273,5 milioni (33,7 milioni nel 2023).
Per fare la rivalutazione c’è stata una deroga al codice civile. La nota integrativa dice che il bilancio “è redatto in ossequio agli articoli del codice civile in tema di bilancio, salvo una deroga relativa alla valutazione di alcune partecipazioni iscritte tra le immobilizzazioni finanziarie che ha comportato l’iscrizione in bilancio di un valore rivalutato delle suddette partecipazioni e la contestuale iscrizione nel passivo di una riserva di rivalutazione di pari importo”.
Interpellata sull’operazione, Lmdv Capital ha dato questa risposta: “Le partecipazioni sono state rivalutate civilisticamente per allineare principalmente il valore del patrimonio immobiliare, e in misura minore le altre partecipazioni nel mondo hospitality, al loro valore attuale per una corretta e veritiera rappresentazione bilancistica”. L’operazione è stata fatta con una perizia di un “primario studio professionale”.
In attesa di ricevere l’eredità, Leonardo Maria combatte con i debiti.