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 2025  dicembre 22 Lunedì calendario

Elettrodomestici intelligenti in tilt. Vorwerk frena dopo il crac di Roomba

Il settore esplode ma i pionieri crollano. È il paradosso degli elettrodomestici intelligenti, che fanno i conti con un mercato dominato da costi cloud e concorrenza cinese. La bancarotta che ha fatto più rumore è stata quella di iRobot, il produttore che ha creato l’industria delle aspirapolveri smart e dato un nome al più famoso robot che gira per casa, Roomba. Il 15 dicembre 2024, la società ha presentato istanza di fallimento ai sensi del chapter 11 e annunciato che sarà acquisita dalla cinese Picea Robotics. Fondata da ingegneri del Massachusetts Institute of Technology negli anni ‘90, iRobot nel 2024 ha visto i ricavi scendere del 23% a 682 milioni di dollari e un debito di 190 milioni di dollari. La situazione si è aggravata dopo che Amazon ha abbandonato il progetto di acquisirla nel 2024, un’operazione da 1,4 miliardi di dollari bloccata dal parere negativo di Federal Trade Commission’s (Ftc) e della Commissione europea. Gli shock finanziari dovuti al rifinanziamento del debito e dazi hanno contribuito in gran parte al crac.
Quello di Roomba non è un caso isolato. Negli ultimi anni, decine di produttori hanno interrotto il supporto ai propri dispositivi, lasciando i consumatori senza certezze su dove finiranno i loro dati, e con un oggetto attivo ma indebolito nelle funzionalità smart per cui avevano pagato.
A ottobre, Vorwerk, che produce i robot aspirapolvere Neato, ha interrotto tutti i servizi cloud con due anni in anticipo rispetto ai 5 stimati, perché non riusciva a sostenere i costi del cloud. Il portavoce dell’azienda, Michael Weber, ha spiegato a The Verge di averlo fatto perché «I requisiti legali e tecnici per la protezione dei dati, la sicurezza informatica e la conformità sono cambiati in modo significativo». «Continuare a operare con sistemi obsoleti – ha spiegato Weber – comporterebbe rischi che non si possono trasferire ai nostri clienti».
Significa che dispositivi venduti a cifre tra i 300 e i 700 dollari hanno perso il controllo via app, la pianificazione delle pulizie e le mappe salvate, mantenendo soltanto la possibilità di avvio manuale. Una petizione online ha raccolto firme per ottenere il salvataggio dei server.
Casi simili sono avvenuti in altri settori. Spotify ha lanciato il Car Thing nel 2022, e due anni dopo ha disattivato tutti i dispositivi, trasformandoli in hardware inutilizzabile. Nell’aprile 2022, Insteon ha staccato i servizi cloud, rendendo non più controllabili da remoto molti sistemi domotici. Ad aprile 2024, Google ha disattivato il sistema di allarme Nest Secure. Ma il mercato dei robot aspirapolvere stupisce perché non è mai stato così florido. Secondo un’analisi della piattaforma di ricerca sul tech Idc, nel 2024 sono stati spediti 20,6 milioni di prodotti nel mondo, con una crescita dell’11,2% e un valore totale di 9,31 miliardi di dollari. Il prezzo medio è aumentato del 7,6% a 452 dollari. Il mercato ha raggiunto 9,07 miliardi di dollari nel 2024, al livello globale, con previsioni di espansione fino a 31,79 miliardi entro il 2033.
«Nel 2025 – spiega Jitesh Ubrani, Research manager per i Worldwide Mobile Device Trackers di IDC – gli aspirapolvere intelligenti si sono trasformati da semplici strumenti di pulizia in assistenti domestici intelligenti e multifunzionali. Stiamo assistendo a un passaggio verso dispositivi che non solo puliscono in modo più efficiente con intelligenza artificiale avanzata e mappatura spaziale 3D, ma si integrano perfettamente in ecosistemi più ampi di casa intelligente. Funzionalità come bracci robotici, capacità di auto-manutenzione e apprendimento adattivo stanno cambiando le aspettative degli utenti».
A guidare questa espansione sono i miglioramenti nelll’Ai, l’integrazione nella casa connessa e la necessità di trovare tutto in uno stesso dispositivo. Funzionalità come controllo vocale, mappe cloud e aggiornamenti da remoto, stanno diventando standard anche nei segmenti di prezzo medio. Secondo i dati di Canalys, nel mondo, la spesa per l’infrastruttura cloud ha toccato i 90,9 miliardi nel primo trimestre 2025, con una crescita del 21% all’anno, spinta dalle applicazioni di Ai.
La Cina è stata capace di cogliere per tempo questo cambiamento. Nel 2024, 8 dei primi 10 brand al mondo erano cinesi, con una quota di mercato combinata del 63%. Roborock, principale rivale di Roomba, occupa il primo posto con il 16% delle vendite per volume. Le spedizioni sono cresciute del 20,7% anno su anno. Nel mercato cinese domestico, i primi cinque brand controllano quasi il 90% delle vendite. Ma la strategia per conquistare anche l’occidente è passata, spiega Idc, attraverso due principali fattori: capacità industriale e investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo gli analisti di Idc, nei prossimi mesi, i marchi più forti spingeranno le app e gli hub proprietari verso un controllo di domotica più esteso (purificatori d’aria, lavapavimenti, lavavetri). E i marchi che non riusciranno a consolidare una piattaforma si affideranno a integrazioni e partnership con colossi come Google e Amazon. Non resta che aspettare per capire cosa succederà.