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 2025  dicembre 22 Lunedì calendario

Il criceto Lance va veloce. Il nuovo doping dai vermi ha poteri quasi magici

I tecnici dei laboratori biochimici di Minsk, in Bielorussia, e Changchun, in Cina, che ci stanno lavorando assieme, l’hanno battezzato Lance A: ogni riferimento a un celebre ciclista americano del recente passato non è casuale. Lance A (e i suoi numerosi fratelli, figli, nipoti: Lance B, Lance C, eccetera) sono criceti dorati (mesocricetus auratus) sottoposti a iniezioni di una sostanza che si chiama M101, una spremuta di emoglobina congelata – semplifichiamo, chiedendo scusa agli scienziati – estratta da un vermetto diffuso sulle coste della Bretagna che si chiama Arenicola Marina. Quest’Arenicola è davvero brutta (15 centimetri di lombrico bitorzoluto a chiazze rosse e viola) ma vanta poteri quasi magici. Per capirci, l’M101 trasporta 156 molecole di ossigeno contro le appena quattro dell’emoglobina umana ed è efficiente non solo ai 37 gradi del nostro corpo ma anche quando fa molto più caldo o molto più freddo.
Che succede infatti ai vari criceti Lance (ma anche a nutrie e altri piccoli mammiferi) dopo un ciclo di iniezioni di M101? La capacità del loro sangue di trasportare ossigeno si moltiplica dieci volte, l’ipossia nei tessuti poco vascolarizzati diminuisce di colpo, potenza e resistenza crescono molto più di quando ai nostri sorcetti venivano fatte punture di Epo o trasfusioni di sangue: topi normodotati trasformati in maratoneti, scalatori, triatleti dalle qualità straordinarie. Effetti collaterali? Nessuno di quelli prodotti dai farmaci equivalenti
: nessun segno di ipertensione, vasocostrizione, disturbi dell’umore o altro, nessun rischio di trombosi. I super criceti stanno benissimo, anzi vedrebbero addirittura rinforzate le loro difese immunitarie per l’assenza di stress ossidativi e le qualità antiinfiammatorie di M101.
Roditori super dopati (le manipolazioni del sangue sono vietatissime dal Codice Wada) come il loro omonimo ciclista Lance ma impuniti perché l’emoglobina dei vermi marini non viene rilevata ai controlli classici e circola nel plasma senza provocare la minima modifica di quei parametri ematici (ematocrito, reticolociti, ferritina) che fanno scattare l’allarme rosso indiretto del passaporto biologico (decine i fondisti africani squalificati negli ultimi anni), con conseguente sanzione.
Lanciato da un laboratorio francese tre anni fa come farmaco realmente rivoluzionario per sostituire trasfusioni ed eritropoietine negli scenari di guerra, in sala operatoria ma anche nella conservazione degli organi destinati al trapianto, M101 è ufficialmente il nuovo nemico pubblico numero uno nella lista nerissima dei prodotti dopanti (se n’è parlato molto all’ultima conferenza Wada a Busan, in Corea del Sud) dopo una serie di esperimenti – a scopo chiaramente sportivo – emersi dai laboratori di Russia, Bielorussia e Cina (di cui il Corriere della Sera ha preso visione) sia sull’Arenicola che su altri vermi marini diffusi in mari esotici e dopo che qualcuno ha scovato il prodotto per uso umano sul mercato nero e non su quello legale per l’unico scopo per cui è attualmente autorizzato: la conservazione di organi.
Dell’idea nobilissima di liberare il mondo dallo stoccaggio di sangue naturale e salvare vite umane a rischio, senza perdere tempo qualcuno starebbe già approfittando per creare super atleti post-Epo con caratteristiche di potenza e resistenza straordinarie. I problemi per gli scienziati dell’antidoping non sono pochi. Il primo è che il passaporto biologico (arma primaria per individuare e poi colpire i dopati) è totalmente inefficace: la sostanza entra in circolo come se fosse acqua fresca, ematocrito ed emoglobina risultano inalterati ai controlli. Il secondo è che, per cercare l’Epo dei vermi, servirà una procedura complessa e costosa (inseguirla nel plasma, differenziarla da quella umana prodotta ad esempio da una lesione interna, certificarne l’origine animale) ed è obbligatorio farlo in tempo brevissimo: l’emivita della sostanza è di poche ore.
A questo potrebbero servire laboratori come quello (rinnovato) di Roma, a cui le provette olimpiche di Milano-Cortina arriveranno mezza giornata dopo le gare: se la ricerca di emoglobina non umana fosse richiesta dalla Wada, a Roma (come a Losanna o Colonia) ci si potrebbe mettere subito al lavoro, riservando al futuro l’esame del sangue congelato o disseccato grazie ai dieci anni consentiti per le rianalisi, che spesso rivelano trame dopanti di cui si ignorava l’esistenza. Una cosa è certa: i criceti Lance corrono veloci, l’antidoping deve già inseguire.