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 2025  dicembre 22 Lunedì calendario

Chi ha scelto il progresso al posto del profitto

Sono già 800 milioni gli utenti che utilizzano abitualmente ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale generativa lanciato da OpenAI. Nata come organizzazione senza scopo di lucro con la promessa di rendere l’intelligenza artificiale sicura e a beneficio dell’umanità, la società guidata da Sam Altman si è presto trasformata in un colosso profit valutato 500 miliardi di dollari. Ad agosto 2.700 esperti e scienziati, tra cui quattro Premi Nobel, lanciano un appello: «L’intelligenza artificiale servirà davvero l’interesse dell’umanità o diventerà un affare per pochi investitori?». Di sicuro è diventata un colossale affare per pochi la traiettoria dei grandi colossi hi-tech, e anche i loro fondatori all’inizio assicuravano di voler migliorare la società. Il motto di Google era «Non essere cattivo»; quelli di Amazon «L’azienda più attenta al cliente al mondo» e «Cambiare il domani», la missione di Facebook era «Rendere il mondo più aperto e connesso». Poi per inseguire un profitto senza fine hanno trasformato il mondo in un’arena di manipolazione, conflitto e condizionamento. Vuol dire che i soldi alla fine corrompono sempre anche il più nobile degli scopi? Riavvolgiamo il nastro.
Il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee, informatico britannico del Cern, cambiò la nostra vita lanciando il primo sito web. Per realizzare il World Wide Web aveva combinato tre tecnologie: il linguaggio ipertestuale (Html), il sistema degli indirizzi univoci (Url) e il protocollo di comunicazione (Http), così da consentire ai ricercatori sparsi nel mondo di condividere con facilità documenti in Rete e in tempo reale. Berners-Lee, allora 36enne, decise di non brevettare i protocolli del web affinché potessero diffondersi rapidamente e diventare uno strumento accessibile a tutti. La rivoluzione di Internet iniziò così, con un atto di generosità. Come fu l’altruismo a rivoluzionare il campo medico.
Wilhelm Conrad Röntgen, professore tedesco di matematica e fisica, nel 1895 inventò i raggi X. Nonostante le pressioni e le possibilità di guadagno, non depositò mail il brevetto ritenendo che dovesse rimanere di dominio pubblico. Credeva fermamente che la conoscenza scientifica dovesse essere accessibile a tutti e non privatizzata, e infatti la scoperta portò alla rapida creazione dei dipartimenti di Radiologia in tutto il mondo. Nel 1901 gli fu consegnato il Nobel per la Fisica, e poi donò il consistente premio in denaro alla sua università. Marie Curie è stata l’unica scienziata ad aver ricevuto due premi Nobel: per la Fisica (1903) e la Chimica (1911). Nel 1898, insieme al marito Pierre, riuscì a isolare il radio, dando inizio agli studi sugli effetti e sulle proprietà della radiazione. Questa scoperta, oltre ad aprire la strada alla fisica nucleare, accelerò lo sviluppo di applicazioni mediche come la radioterapia che utilizza le radiazioni per distruggere cellule tumorali. Marie e Pierre Curie non vollero mai depositare il brevetto internazionale. Nel 1933, un anno prima di morire, la scienziata dichiarò: «L’umanità ha bisogno di sognatori, per i quali perseguire disinteressatamente un fine è altrettanto imperioso quanto è per loro impossibile pensare al proprio profitto».
Lo stesso spirito etico guidò i ricercatori canadesi Frederick Banting e Charles Best che nell’estate del 1921 riuscirono a estrarre insulina dal pancreas, ma per curare milioni di persone affette da diabete di tipo 1 era necessario produrla su larga scala. Così i due scienziati decisero di vendere il brevetto al prezzo simbolico di un dollaro ai Connaught Laboratories, un istituto di ricerca pubblico e senza scopo di lucro dell’università di Toronto. A chi gli chiese perché avesse scelto di non trarre profitto dalla scoperta, Banting, premio Nobel per la Medicina, rispose: «L’insulina appartiene al mondo, non a me». Cinquant’anni dopo i Laboratories furono venduti, e oggi a spartirsi il mercato miliardario dell’insulina sono tre multinazionali farmaceutiche: Sanofi, Eli Lilly e Novo Nordisk.
Nel 1928 il biologo scozzese Alexander Fleming notò in laboratorio su una piastra dimenticata che i batteri non crescevano attorno a una muffa. Nacque così la penicillina, ma solo negli Anni ’40, gli scienziati di Oxford, Howard Florey ed Ernst Boris Chain, riuscirono a isolarla e purificarla trasformandola nel primo antibiotico capace di salvare milioni di vite. Fleming, Chain e Florey ottennero il premio Nobel per la Medicina nel 1945, ma rinunciarono al brevetto sulla penicillina. Ci pensò un microbiologo americano, Andrew J. Moyer, ad accaparrarselo, scatenando l’ira furibonda di Fleming: «Ho scoperto la penicillina e l’ho donata gratuitamente all’umanità – dichiarò —. Perché dovrebbe diventare un monopolio a scopo di lucro?».
Jonas Salk è lo scienziato americano che ha liberato il mondo dalla poliomielite, una malattia infettiva che poteva essere mortale o causare la paralisi agli arti. Salk, direttore del Virus Research Laboratory dell’università di Pittsburgh, portò avanti la sperimentazione grazie alle donazioni dei cittadini e ai fondi della National Foundation for Infantile Paralysis, l’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1938 da Franklin Delano Roosevelt, l’ex presidente degli Stati Uniti affetto da poliomielite. Il 12 aprile 1955 il vaccino fu annunciato come sicuro ed efficace. Salk divenne un eroe nazionale e, quando il giornalista Ed Murrow gli chiese chi detenesse il brevetto, rispose: «Le persone, direi». Oggi, secondo l’Oms, la poliomielite sopravvive solo in alcune aree remote dell’Afghanistan e del Pakistan.
C’è anche chi ha scelto il bene comune con invenzioni più piccole che però hanno migliorato la vita di tutti. Come quella dell’ingegnere della Volvo Nils Bohlin che nel 1958 progettò le cinture di sicurezza a tre punti, quelle che ancora oggi usiamo. La casa automobilistica rinunciò ai diritti di brevetto perché considerava salvare vite umane più importante del vantaggio commerciale. La giapponese Denso Wave nel 1994 sviluppò i codici QR in grado di contenere migliaia di caratteri alfanumerici leggibili da scanner ottici e oggi anche da smartphone. Pur mantenendo il brevetto, l’azienda rese la tecnologia gratuita per favorirne la diffusione globale. Una strategia simile fu adottata dal governo degli Stati Uniti per il Gps. Ideata decenni prima dal Dipartimento della Difesa per scopi militari, la tecnologia fu resa disponibile per usi civili dal presidente Ronald Regan dopo il tragico abbattimento del volo Korean Air Lines 007 nel 1983, che provocò 269 vittime.
Nel 1987 Robert Plath, pilota della Northwest Airlines, ideò il Rollaboard, il trolley con due ruote e maniglia estraibile. L’azienda da lui fondata, Travelpro, non esercitò mai la licenza del brevetto, permettendo a tutti di copiare il suo modello, diventato rapidamente uno standard mondiale.
In un mondo dove l’unico valore sembra essere il denaro, c’è un ragazzo che ha alzato lo sguardo. Si chiama Tommaso Caligari. Nel 2023, a soli 17 anni, ha ideato un dispositivo di intelligenza artificiale per la diagnosi precoce del morbo di Parkinson, vincendo il concorso europeo Eucys, e lo scorso aprile è stato insignito del titolo di «Alfiere della Repubblica» dal presidente Sergio Mattarella. L’ispirazione nasce osservando i primi segnali della malattia del nonno, un ex meccanico appassionato di tecnologia. Oggi Tommaso ha 19 anni, e di fronte all’offerta di alcune aziende di acquistare il progetto ha declinato. Preferisce rendere l’invenzione disponibile gratuitamente, con l’obiettivo che il dispositivo venga adottato dalle strutture sanitarie per «intervenire più tempestivamente nell’arginare la malattia e migliorare la vita di chi ne è colpito».