Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 21 Domenica calendario

Trieste, il giallo del gioielliere ucciso in casa: il colpo di pistola alla nuca, il milione di euro, i prestiti in «nero» e il passato di contrabbandiere di sigarette

Un’esecuzione in piena regola. Da chiarire se per mascherare una rapina o altri motivi. Nicola Granieri, il gioielliere «abusivo» di 73 anni trovato morto giovedì nella sua abitazione a Trieste, sarebbe stato ucciso – scrive il Piccolo, citando fonti giudiziarie – con un colpo di pistola. La canna era puntata alla nuca. Le indagini della Squadra mobile coordinata dal pm Andrea La Ganga inquadrano un delitto di «mala».
Nel passato di Granieri compaiono commerci in oro, prestiti in nero e l’arresto, nel 2006, da parte della Finanza per un traffico di sigarette di contrabbando importate dalla Slovenia. L’uomo viveva in un alloggio popolare dell’Ater, ma in casa aveva circa un milione di euro tra contanti, oro e Rolex. Parte del cash e dei preziosi sarebbe stato nascosto in uno scooter, lasciato in garage e sparito. Quando la polizia è entrata a casa dell’uomo, sono stati trovati cassetti e armadi aperti, alcuni svuotati. Poi tracce di sangue sulle scale. Forse di chi l’ha ammazzato.  Che sarebbe entrato in casa, magari spalleggiato da un complice, perché -chissà – aveva la fiducia della vittima.
Il proiettile ha trapassato il capo uscendo dalla tempia. Nessuno dei vicini dello stabile in via Machlig ha sentito nulla e questo fa pensare che l’arma fosse silenziata. Ma l’ipotesi è un ulteriore elemento che conferma la pista dell’esecuzione, orchestrata da gente che sa bene cosa fare con un’arma in mano. Granieri, che stando a chi lo conosceva (lo scrive sempre il Piccolo) stava pensando di espatriare in Thailandia, aveva trasformato casa in una specie di «fortino» con con due telecamere e un sistema di allarme dotato di sensori.
Un impianto che tra l’altro sembrerebbe essere stato manomesso estraendo una scheda di memoria. Per i vicini il 73enne era un uomo perbene, insospettabile. Ma nei fascicoli delle forze dell’ordine compare il sospetto, non provato, dell’usura. E un presente dedito al commercio di oro e orologi di marca di dubbia provenienza. Tra i clienti, stranieri dell’Est, sudamericani, rom. Il resto sono ipotesi: uno sgarro, una vendetta, una rapina con il corollario della messinscena dei mobili rovesciati finalizzata a depistare le indagini. Che però stanno correndo veloci.