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 2025  dicembre 20 Sabato calendario

In Brasile c’è Parmesão Galbani prodotto dai "miliardari invisibili" francesi

La firma del trattato di libero scambio fra Ue e Mercosur è slittata a gennaio. Italia e Francia hanno (giustamente) puntato i piedi per la mancanza di reciprocità nei prodotti agroalimentari e pure per le scarse tutele assicurate ai cibi e ai vini a indicazione geografica. Per quel che ci riguarda, con il trattato, Brasile, Argentina Uruguay e Paraguay riconoscono appena 26 fra Dop e Igp e soltanto 31 vini fra Doc, Docg e Igt. Ma le fregature non finiscono qui. Molti fra i campioni del made in Italy a tavola o nel bicchiere tutelati nei quattro Paesi del mercato comune sudamericano, coesisteranno con i loro tarocchi locali. Ad esempio il Brasile si è impegnato ad eliminare la Mortadella Bologna prodotta nei salumifici carioca me entro un lasso di tempo di 10 anni dalla firma del trattato.
Pessime notizie per il Parmigiano Reggiano Dop: gli utilizzatori pregressi delle denominazioni “Parmesão” in Brasile e “Parmesano” in Argentina, Paraguay e Uruguay potranno continuare a utilizzarle. Al pari degli utilizzatori della denominazione “Reggianito” in Argentina, Paraguay e Uruguay che abbiano usato il termine in buona fede e in modo continuativo per almeno 5 anni prima dell’entrata in funzione dell’accordo di libero scambio. In pratica tutti i falsificatori della nostra denominazione protetta più nota al mondo potranno continuare a taroccarla indisturbati. E la stessa cosa accadrà pure per Grana Padano, Gorgonzola e Fontina.
Incuriosito da chi fossero i taroccatori e con quali prodotti potranno fare la concorrenza (sleale) nel Mercosur ai campioni del made in Italy ho fatto parecchie ricerche online utilizzando diverse frasi-chiave: quelle che hanno restituito più risultati sono “queso Reggianito” e “queijo Parmesão”. Una ricerca a tappeto durata alcune ore che ha dato però ottimi risultati. Ho classificato decine di formaggi falsificati, molti dei quali utilizzano per di più simboli che richiamano una italianità fasulla, a cominciare dal tricolore, che dovrebbe essere vietato dal trattato di libero scambio se utilizzato per camuffare un tarocco.
Ma la scoperta più clamorosa di tutte è stata quella di un “queijo Parmesão” a marca Galbani, prodotto localmente dalla Lactalis Dpa Brasil, risultante dall’acquisizione da parte della multinazionale francese della Dairy Partners Americas, messa in vendita da Nestlé e Fonterra. Lactalis, è opportuno chiarirlo subito, è il primo gruppo lattiero-caseario al mondo, con sede a Laval, Francia, ed è di proprietà della famiglia Besnier. Nel 2024 ha superato per la prima volta i 30 miliardi di euro di fatturato, conta 85.500 dipendenti e opera attraverso 266 stabilimenti produttivi in 50 Paesi. In Italia, suo secondo mercato domestico dopo la Francia, Lactalis realizza un fatturato di circa 3 miliardi di euro con 5.300 dipendenti e 31 stabilimenti in 8 regioni. Con oltre 4.000 referenze tra latte, formaggi Dop, salumi e derivati, Lactalis Italia rappresenta il principale operatore del settore lattiero-caseario nazionale e il primo acquirente di latte italiano con 1,5 miliardi di litri raccolti annualmente.
Il gruppo ha in pancia un buon numero di marchi storici dell’alimentare tricolore: Galbani, Cademartori, Invernizzi, Locatelli, Latterie Friulane, Castelli, Ambrosi, Mandara, Parmalat e commercializza alcuni fra i brand più noti come Vallelata, Gim, Chef, Santal, Berna, Oro, Stella, Sole, Zymil.
I Besnier sono soprannominati «i miliardari invisibili del latte». Secondo Forbes (febbraio 2025), l’attuale capoazienda, Emmanuel Besnier possiede un patrimonio stimato in circa 22,6 miliardi di euro, che lo colloca al quinto posto tra i francesi più ricchi e intorno alla 71ª posizione mondiale. La sorella Marie ha un patrimonio stimato di 8 miliardi. Caratteristica distintiva della famiglia è la riservatezza maniacale. Emmanuel viene definito dai giornali francesi «il miliardario invisibile». Di lui esistono pochissime foto, per di più tutte rubate.
Ora resta da capire cosa accadrà del Parmesão Galbani. Stante l’impossibilità per i consorzi di tutela di far causa ai taroccatori sudamericani dei nostri formaggi cosa potrà succedere ad un gruppo francese che produce e vende in Brasile il falso Parmigiano Reggiano con un marchio storico della nostra industria casearia?