il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2025
In Italia, auto più vecchie e conti salati
Mercato auto al palo, listini in costante aumento, potere d’acquisto ridotto. Un trittico che spiega perché le auto in circolazione siano sempre più vecchie e richiedano una manutenzione più profonda. La beffa è che pure i costi di riparazione continuano a crescere, incidendo sui bilanci familiari. Lo spiega uno studio di Actronics, specializzata nella revisione di componenti elettronici per l’automotive.
L’età media delle vetture italiane ha raggiunto i 13 anni. Nel 2009 era di otto. Auto più vecchie implicano una manutenzione più regolare: con l’aumento dei chilometri, guasti e interventi diventano più frequenti, mentre i costi non smettono di salire. Nell’ultima decade la spesa media annua per gli interventi ordinari di riparazione è aumentata del 33%. Quella per ricambi, pneumatici e lubrificanti è cresciuta del 21%. La tendenza non si arresta: tra il 2023 e il 2024 la manutenzione è aumentata ulteriormente del 3,3%, mentre i ricambi hanno registrato un +2,5%.
Anche la manodopera segue questa dinamica: in Italia la tariffa oraria è passata da 55 euro nel 2015 a 71 nel 2024, pari a un aumento del 29% in meno di 10 anni. Anche a livello europeo, seppur non allo stesso ritmo, i costi di riparazione sono saliti.
“In questo contesto, gli automobilisti modificano i loro comportamenti. Le riparazioni urgenti restano prioritarie, mentre gli interventi secondari vengono sempre più spesso rinviati” sostiene Actronics: “I conducenti confrontano con maggiore attenzione i preventivi e si interessano a nuove possibilità per ridurre le spese. Questa evoluzione apre la strada a soluzioni alternative, tra cui l’utilizzo di ricambi provenienti dall’economia circolare”.
Sicché, il 45% degli automobilisti italiani accetterebbe un ricambio ricondizionato in base alla tipologia, mentre 1 su 10 lo preferisce senza condizioni. Il settore delle officine è ancora più avanzato: il 66% delle officine indipendenti e il 78% delle officine autorizzate installano già ricambi rigenerati. Questi ricambi consentono un taglio dei costi compreso tra il 50% e l’80% rispetto ai pezzi nuovi. Ma il beneficio è anche ambientale: la rigenerazione “permette di ridurre drasticamente i rifiuti, limitare il consumo di materie prime ed evitare lo smaltimento non necessario di componenti riparabili”. Si parla di risparmiare oltre 100 tonnellate di materie prime all’anno.