la Repubblica, 19 dicembre 2025
Una seconda ‘lista stupri’ al Giulio Cesare: questa volta con i nomi delle prof
Un’altra “lista stupri” al Giulio Cesare. Questa volta nel mirino non ci sono le studentesse e gli studenti più noti del liceo – ora occupato – di corso Trieste. I nomi scritti sul muro, stavolta, sono stati infatti quelli di due professoresse. Una brutta sorpresa all’indomani della serata disco organizzata il 17 dagli alunni che stanno gestendo la protesta nata – qui sta il cortocircuito – anche contro il caso della prima “Lista stupri”.
A denunciare il bis, parlando dei nomi delle docenti del liceo, sono i rappresentanti degli studenti: «Siamo qui per comunicare un avvenimento verificatosi durante la serata del 18 dicembre – si legge nel comunicato che hanno diffuso nella serata di ieri su Instagram – all’interno del nostro istituto. Un’ulteriore scritta deplorevole è comparsa nell’anticamera del primo piano e recitava “Lista stupri”. Seguivano i nomi di due professoresse». Fin qui la cronaca, poi c’è la presa di distanza dagli autori del gesto: «La comunità studentesca, ancora una volta, si ritrova indignata di fronte a fatti di questo tipo ed è costretta a denunciare un accaduto che mai avrebbe pensato di poter rivivere».
La nota continua ed è carica di indignazione, tanto più visto che il precedente della prima lista è fresco: «Quanto accaduto è ancora più grave, più inquietante e più inaccettabile proprio perché non è la prima volta. È già avvenuto che chi ha compiuto questo gesto lo ha fatto con piena consapevolezza, ignorando deliberatamente una denuncia già avvenuta, un’indignazione collettiva espressa e un percorso di sensibilizzazione che avrebbe dovuto impedire il ripetersi di ciò».
Dalla prima “lista” sono passati soltanto 21 giorni. Tre settimane. Era il 27 novembre quando nei bagni dei maschi al secondo piano del Giulio Cesare veniva scoperto l’elenco con nove nomi. Otto ragazze e un ragazzo. Tutti impegnati in liste studentesche. Molti hanno denunciato nei giorni a seguire e la procura ha poi aperto un fascicolo per istigazione a delinquere, affidando tutti gli approfondimenti necessari alla polizia.
Il secondo caso potrebbe ora arricchire il fascicolo. «C’è chi si è sentito libero di poter nuovamente esporre portagomma di un episodio di violenza. Il ripetersi di simili azioni dimostra che questi comportamenti non siano episodi isolati, bensì segnali di un problema più profondo che non può e non deve essere ignorato», continuano i rappresentati, pronti a farsi sentire di nuovo con la dirigente Paola Senesi.
«Questo ci fa aprire gli occhi, ancor di più, sul fatto che ci siano ancora individui bisognosi di sensibilizzazione, assistenza e guida di questo genere. Riteniamo fondamentale che tali accadimenti vengano presi sul serio e affrontati con la dovuta attenzione, affinché la scuola torni a essere uno spazio sicuro, inclusivo e rispettoso per tutte e tutti», si chiude la nota.