Corriere della Sera, 19 dicembre 2025
Laura Chiatti e Marco Bocci
Lei è la dirigente di un’azienda: bella, ricca, sposata e madre di un figlio. Lui un operaio dell’azienda di lei: ex calciatore, vedovo e padre di due figli. Laura Chiatti impersona Valentina Sangiorgi; Marco Bocci, il povero Massimo Mancuso ma, per uno strano gioco del destino, entreranno l’uno nel corpo dell’altra.
Se fossi te si intitola la serie in due puntate, su Rai 1 il 28 e 29 dicembre, con la regia di Luca Lucini e Simona Ruggeri, una produzione di Rai Fiction e Eagle Original Content. I due personaggi, la padrona e il dipendente, sono in conflitto: lei scopre che la sua azienda è in profonda crisi, proprio nel momento in cui lui le chiede un anticipo del Tfr per curare suo figlio gravemente malato. Ma, come spesso accade dal conflitto tra due mondi apparentemente inconciliabili, nascerà l’amore.
Una commedia natalizia, di cui sono protagonisti due attori, marito e moglie nella vita vera, e che per la prima volta recitano insieme. «La prima e l’ultima!», scherza Laura, che in verità è stata diretta tre anni fa dal marito, in veste di regista, nel film La caccia. Poi aggiunge: «Più volte ci è stato proposto di lavorare insieme, ma ho sempre cercato di mantenere distaccato l’aspetto personale da quello professionale. Ero incuriosita da Marco in veste di attore e anche preoccupata: lui per me è un punto di riferimento, ma volevo sbrigarmela in autonomia e pensavo che, con lui presente, non fosse possibile, una sorta di ansia da prestazione».
Marco ammette: «All’inizio ero imbarazzato con Laura al mio fianco in una diversa modalità. Spogliarmi, mettermi a nudo davanti a lei era strano, mi sentivo fragile, ma poi mi sono divertito moltissimo».
Nello sviluppo della trama, il caso vuole che Valentina e Massimo si incontrino nello stesso cimitero: lei per pregare sulla tomba del fratello, lui su quella della moglie. Dal confronto delle due vicende personali, emerge lo scambio, in altri termini: «Prova a metterti nei miei panni».
Spiegano i registi e gli sceneggiatori Andrea Valagussa e Valerio D’Annunzio: «Proprio la distanza tra loro rende possibile lo scambio dei ruoli, e non fisicamente dei corpi. L’intenzione è quella di proporre, in forma favolistica, una riflessione sul contrasto sociale e caratteriale dei due particolari personaggi».
Dunque, Valentina, pur restando in un corpo femminile, parla, si muove e agisce come un uomo; così come Massimo, restando nel corpo maschile, parla, si muove e agisce come una donna. Una trasformazione credibile? Risponde Chiatti: «L’obiettivo è stato proprio quello di creare due figure credibili. Abbiamo cercato una misura di realismo, non è una semplice imitazione l’uno dell’altro, un travestitismo, bensì un’interpretazione. Lei, nel corpo di lui, elabora dei sentimenti fino a quel momento silenziati». Interviene Bocci: «Non facciamo una caricatura di genere maschio e femmina, non è una pantomima e non c’è alcun preconcetto su essere uomo o donna. Piuttosto la nostra vuole essere una vera immedesimazione... in modo magico». Sottolinea Lucini: «Se a livello sociale o politico ci si mettesse davvero nei panni del prossimo, si potrebbero risolvere molti problemi».
Tra gli altri protagonisti, Nino Frassica è Nonno Oscar, padre dell’operaio; Bebo Storti è Primo Sangiorgi, padre dell’imprenditrice. Conclude Chiatti: «Lavorare con Marco è un valore aggiunto. E, in 28 anni di carriera, mi ha dato un bacio cinematografico».