Corriere della Sera, 19 dicembre 2025
Donald, il fentanyl e la guerra dell’oppio
Tre giorni fa Donald Trump ha dichiarato il fentanyl arma di distruzione di massa in un ordine esecutivo che definisce il potente anestetico e antidolorifico usato in medicina ma sfruttato da oltre dieci anni dai narcotrafficanti come droga potente e micidiale che ha ucciso centinaia di migliaia di americani,«più vicino a un’arma chimica che a un narcotico». Nell’intervento del presidente troviamo vari connotati critici del suo stile di governo. Intanto il ricorso continuo e in tutti i campi a ordini presidenziali, spesso scavalcando il Congresso: in 10 mesi ne ha già emessi 222, più dei 220 da lui firmati nei quattro anni del primo mandato e molto più di tutti i suoi predecessori. C’è, poi, la sua tendenza a esagerare: ha detto che il fentanyl uccide 2-300 mila americani l’anno, mentre in quello peggiore, il 2022, i morti per droga furono 110 mila, 75 mila dei quali per oppioidi sintetici. Mentre l’anno scorso il fentanyl è stato responsabile di 48 mila degli 81 mila morti per overdose. Infine la denuncia di «minacce alla sicurezza nazionale» per neutralizzare vincoli e contestazioni. Trump le ha invocate per giustificare i dazi su alluminio e acciaio o quando ha detto di volersi prendere la Groenlandia. Le sta usando perfino contro chi cerca di bloccare la costruzione della gigantesca sala da ballo che dovrebbe sorgere al posto della East Wing della Casa Bianca. Ma nel caso del fentanyl il richiamo alla sicurezza nazionale è fondato: anche se non nei numeri citati dal presidente, la strage di americani è reale. Un anno fa Paolo Zampolli, amico da trent’anni di Trump e ora uno dei suoi collaboratori, disse al Corriere che stava cercando di convincerlo a dichiarare il fentanyl, contro il quale si batte da anni, arma di distruzione di massa. Espressione forte ma condivisa anche da molti democratici: raffinato dai narcotrafficanti messicani, il fentanyl arriva negli Usa via terra (non c’entrano i battelli venezuelani della cocaina distrutti dai droni Usa), ma la materia prima viene dalla Cina. Un traffico (che Trump ha cercato di convincere Xi Jinping a combattere) a lungo tollerato da Pechino: per alcuni una specie di vendetta silenziosa del Paese vittima della «guerra dell’oppio» anglo-cinese dell’Ottocento. Il fentanyl, poco noto in Italia, negli Usa ha fatto strage di giovani: prima causa di morte degli americani tra i 18 e i 50 anni.