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 2025  dicembre 18 Giovedì calendario

Gli Usa cancellano tutte le sanzioni nei confronti della Siria. Damasco: “Ora nuovi orizzonti di cooperazione e partenariato”

È caduto anche l’ultimo ostacolo alla totale riabilitazione della Siria. Dopo l’accoglienza per il presidente ad interim, l’ex leader di al-Qaeda nel Paese Ahmad al-Sharaa, all’assemblea generale delle Nazioni Unite, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’abrogazione definitiva della legge Caesar sulla quale si basava il regime sanzionatorio applicato all’ex dittatura di Bashar al-Assad.
La misura è contenuta nel National Defense Authorization Act (Ndaa), il bilancio annuale relativo alla Difesa che viene votato ogni anno da Capitol Hill e che per il 2026 prevede investimenti per circa 900 miliardi di dollari. Manca solo la firma definitiva di Donald Trump, ma si può ormai affermare che per la Siria, ancora alle prese con un processo di transizione politica che dovrebbe portare a elezioni democratiche nel più breve tempo possibile, la stagione delle sanzioni e del parziale isolamento internazionale è finita.
La legge Caesar, firmata nel 2019 durante il primo mandato di Trump, imponeva sanzioni estese contro il governo del Raìs siriano e contro chiunque sostenesse il suo apparato militare o intrattenesse rapporti economici con Damasco, in particolare nei settori dell’energia, delle costruzioni, dell’ingegneria e dell’aviazione. La norma era rimasta in vigore anche dopo la deposizione di Assad, nel 2024, anche se era stata sospesa per due volte, entrambe per periodi di sei mesi. Adesso, invece, la cancellazione delle sanzioni è un provvedimento definitivo.
Un grande successo per la nuova Siria che, oggi, può tornare appetibile per futuri investitori, fino a oggi intimoriti dalla possibilità di una revoca della sospensione delle sanzioni. Il ministro degli Esteri siriano, Assaad Shaybani, ha parlato di “nuovi orizzonti di cooperazione e partenariato”, mentre il presidente, ricevuto alla Casa Bianca il mese scorso, aveva sollecitato il Congresso a rimuovere sanzioni considerate un ostacolo alla ricostruzione della Siria. Il testo non introduce condizioni vincolanti automatiche, ma prevede che il presidente statunitense presenti al Congresso, ogni sei mesi per i prossimi quattro anni, un rapporto sui progressi di Damasco, inclusi i rapporti con Israele, il trattamento delle minoranze e la presenza di combattenti stranieri nel Paese.