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 2025  dicembre 18 Giovedì calendario

Joshua vs Paul, il pugile e lo youtuber: 92 milioni di dollari a testa per un match che fa discutere

Lo youtuber e il campione. Potrebbe essere film, una canzone. È invece il titolo logico di uno degli incontri di pugilato più curiosi e controversi degli ultimi anni. Location Miami, Kaseya Center: ventimila posti, ci giocano i Miami Heat in Nba, vi si sono esibiti U2, Madonna, Beyoncé, Coldplay, Rolling Stones. Nella notte tra venerdì e sabato toccherà a Jake Paul (lo youtuber) e Anthony Joshua (il campione, sia pur appannato da una mascella così così e da qualche sconfitta di troppo). Pesi massimi, nessun titolo in palio, diretta mondiale di Netflix e una montagna di quattrini: novantadue milioni di dollari a testa.
“Sarà un match che ristabilirà i giusti equilibri nel mondo della boxe. Secondo me Jake Paul con tutti questi soldi che ha guadagnato ha perso lucidità e ha alzato troppo l’asticella. Il primo problema per lui è che sarà un match vero, il secondo è che rischia seriamente di finire ko entro un paio di round”. Così Guido Vianello, miglior peso massimo italiano da parecchi lustri a questa parte, “Intendiamoci, Jake Paul nonostante le distrazioni si è saputo costruire come pugile. Inoltre ha l’intelligenza di circondarsi di sparring di primissimo livello. Ha preparato il match con gente come Okolie, Ajagba (affrontato da Vianello, ndr), Jared Anderson. Non a caso non ha avuto problemi a battere Mike Tyson, anche che se è chiaro che ha affrontato un uomo di quasi sessanta anni con alle spalle una vita dissennata”.
Già, Tyson. Il match con l’ex mito è stato quello che ha dissolto il limite tra il possibile e l’improbabile. Un leone vecchio e sdentato convocato nel circo e dato in pasto ai 50 milioni di follower che seguono e sostengono Jake Paul, vero genio dei social. “Ha ottenuto successo facendo ciò in cui crede. Per lui provo tanta ammirazione, è partito dal nulla e adesso tutto il mondo parla di lui”, spiega Simone Carotenuto, al secolo Sim1workout, youtuber romano noto per i suoi video sugli sport da combattimento, ma anche sella situazione sociale dei quartieri (“Ma recentemente ho fatto un servizio anche dal Giappone”). “Ora tutti vogliono lavorare sui social, ma quando ho iniziato questa professione 11 anni fa ero considerato uno stupido”. Simone è il Jake Paul italiano. Pugile dilettante, pensa al passaggio nel professionismo: “Qui la realtà è diversa, non penso a guadagnare soldi tramite la boxe, la faccio perché mi piace, per un mio percorso. Circa Jake, ritengo che pur partendo nettamente sfavorito con Joshua, sarebbe comunque in grado di battere il 90% dei pugili italiani che sparla di lui”.
Tra i ‘battibili’ non rientra certo Vianello, in costante ascesa nella classifiche mondiali: “Dopo la mia ultima vittoria ho sfidato Joshua, gli avevo proposto un match al Colosseo ma ha preferito virare su Jake Paul. Soldi a parte, la scelta mi sorprende. Grandi ex campioni del passato come i fratelli Klitschko o Lennox Lewis avrebbero detto di no. Per quel che mi riguarda, non avendo un passato illustre come quello di AJ avrei accettato ma a una condizione. Combattere in Italia. Ci sarebbe stata una attenzione mediatica enorme, positiva per il rilancio del nostro pugilato”.
Vista la curiosità generale suscitata, l’evento già si può archiviare con successo. Se lo augura Netflix, che punta a superare i 65 milioni di utenti, record mondiale per un evento sportivo trasmesso i streaming, stabilito proprio quando Paul affrontò Tyson. Poi vedremo cosa dirà il match. Joshua lo sta preparando con il team di Usyk, l’ucraino campione del mondo che lo ha battuto due volte ridimensionandone le ambizioni (“Una grande scelta – puntualizza Vianello – hanno metodologie all’avanguardia”). Match sugli 8 round, guantoni da 10 once, e limite di peso per Joshua stabilito a 111 kg. Ne aveva dichiarati – furbamente – molti di più Eddie Hearn, il promoter dell’inglese, facendo intuire all’entourage di Paul che trovare la forma giusta per AJ sarebbe stato duro e spossante come invece fondamentalmente non è stato. Nelle conferenze stampa di avvicinamento al match, entrambi hanno parlato di fede. “La differenza rispetto al passato è che ora prego di più”, ha detto AJ. “Ero preoccupato, ma da quando ho chiesto a Gesù di cancellare i miei dubbi sono tornato fiducioso”. Lo aspettano 92 milioni di dollari ma anche evidenti rischi. L’ultima volta che Joshua si trovò infatti in una situazione più o meno paragonabile al match di venerdì, inflisse un terrificante ko al mito delle MMA Francis Ngannou.