repubblica.it, 18 dicembre 2025
Saluti romani al corteo per Ramelli, confermate in appello 13 condanne ai neofascisti milanesi
La Corte d’appello di Milano assolve gli imputati dall’incitamento “alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali” previsto dalla legge Mancino ma conferma la condanne per manifestazione fascista come stabilito dalla legge Scelba. Come in sostanza aveva chiesto la procura generale. Anche in secondo grado per tredici militanti di estrema destra è stata così ribadita la condanna a 4 mesi per manifestazione fascista per i saluti romani, il 29 aprile 2018, al corteo che si tiene ogni anno in memoria di Sergio Ramelli, esponente del Fronte della Gioventù ucciso da Avanguardia Operaia nel ’75.
L’avvocato di parte civile che difende l’Anpi, Federico Sinicato, esprime soddisfazione perché i giudici “hanno dato l’interpretazione corretta della Cassazione a sezioni unite che dice che manifestazioni inneggianti al fascismo sono vietate dalla nostra costituzione”.
La quarta sezione penale d’appello di Milano, presidente del collegio Vincenzo Tuninelli, ha riconosciuto di fatto la tesi sostenuta dalla procuratrice generale di Milano Olimpia Bossi che aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado. “Accertata la matrice fascista del gesto”, cioè il saluto romano, bisogna capire se il numero di partecipanti, le modalità della manifestazione, la sua stessa organizzazione siano “un pericolo per la tenuta dell’ordinamento costituzionale”: ecco, “questo ufficio ritiene di sì” aveva detto la pg.
Non si tratta di un evento “di natura meramente commemorativa” ma che vede “uno schieramento in formazione paramilitare”. Quel 29 aprile del 2018 c’erano “centinaia e centinaia di persone” e “queste situazioni continuano a ripetersi fino a non più tardi di ieri”, a Predappio.
I fatti risalgono al raduno del 29 aprile 2018 in memoria del militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, in via Paladini in Città Studi. Tra i condannati in primo grado, volti noti come Stefano Del Miglio, Gianluca Iannone e Duilio Canu (di Lealtà e Azione, CasaPound e Forza Nuova).
Durante le arringhe difensive, l’avvocato di uno degli imputati, Luca Procaccini, nella scorsa udienza aveva insistito sul concetto di “manifestazione commemorativa”, che si svolge dagli anni Settanta, e ha citato il discorso che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto di recente dopo la morte di tre carabinieri morti per un’esplosione in Veneto. “Crosetto ha spiegato come saranno ricordati – dice l’avvocato – con la chiamata del presente”. E poi: “Se dal 1976 c’è stato un pericolo concreto (di ricostituzione del partito fascista, ndr) nessuno lo ha avvertito”.
Intanto, la procura aveva fatto ricorso contro 23 assoluzioni, del novembre 2024, per il corteo per Ramelli del 2019. Assoluzioni decise dal Tribunale sempre dopo la sentenza della Cassazione a sezioni unite. Il processo d’appello in questo caso proseguirà a marzo e la procura generale ha già chiesto di ribaltare il verdetto con 23 condanne.