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 2025  dicembre 18 Giovedì calendario

Leone XIV cambia l’arcivescovo di New York: in pensione il trumpiano Dolan, arriva il moderato Hicks

Il sindaco di New York Zohran Mamdani avrà un interlocutore prezioso nella Chiesa cattolica: papa Leone XIV ha nominato arcivescovo della Grande Mela monsignor Ronald A. Hicks, come lui proveniente da Chicago, come lui una solida esperienza missionaria in America Latina alle spalle, come lui una spiccata sensibilità per i più poveri della società.
Finisce così l’era del cardinale Timothy Dolan, 75 anni esatti (a volte ai cardinali viene concessa una proroga di due anni ma non nel suo caso), pastore effervescente e disinibito sostenitore di Donald Trump: da ultimo, ha paragonato Charlie Kirk, l’attivista MAGA ucciso lo scorso settembre, a un moderno San Paolo.
Monsignor Hicks, 58 anni, sinora vescovo di Joliet, dove lo aveva nominato papa Francesco nel 2020, non è un progressista ma neppure un conservatore. Sui social tanto i cattolici di sinistra quanto quelli di destra rivendicano la sua sintonia con la propria posizione.
È un profilo pastorale simile a quello di Leone XIV, con il quale condivide anche l’origine geografica. Nato a Harvey, Illinois, nel 1967, nei giorni successivi al Conclave ha raccontato ad una emittente di Chicago: “Siamo cresciuti letteralmente nello stesso raggio, nello stesso quartiere. Giocavamo negli stessi parchi, andavamo a nuotare nelle stesse piscine, ci piacevano le stesse pizzerie”.
Monsignor Hicks è stato ordinato sacerdote nel 1994, ha lavorato in diverse parrocchie di Chicago. Nel 2005 si è trasferito in Salvador dove ha diretto un orfanatrofio. Tornato negli Stati Uniti, ha lavorato al seminario di Chicago ed è stato poi nominato dapprima vicario generale e poi vescovo ausiliare dell’arcidiocesi dal cardinale Blaise Cupich, arcivescovo molto vicino tanto a papa Francesco quanto a papa Leone, annoverabile nell’area (minoritaria) progressista della conferenza episcopale degli Stati Uniti.
Molto sensibile alla questione delle povertà, della pace e delle migrazioni, ha espresso ammirazione su questi temi per papa Leone: “Non si tira indietro. Penso che sia significativo che abbia scelto il nome Leone, dimostra semplicemente che ama la giustizia sociale, la pace e la giustizia sociale”. Presentando ai fedeli della sua diocesi la recente presa di posizione della conferenza episcopale degli Stati Uniti contro il giro di vite dell’amministrazione Trump nei confronti degli immigrati, il vescovo Hicks ha scritto: “Profondamente radicata nella nostra tradizione evangelica di amore per il prossimo, questa lettera afferma la nostra solidarietà con tutti i nostri fratelli e sorelle, esprimendo con chiarezza e convinzione le nostre preoccupazioni, opposizioni e speranze. Si fonda sull’impegno costante della Chiesa nei confronti della dottrina sociale cattolica sulla dignità umana e sull’appello per una significativa riforma dell’immigrazione”. Su altri temi controversi, come l’omosessualità, monsignor Hicks si è mostrato estremamente cauto, sposando la posizione di chi ritiene che i fedeli gay debbano vivere nella continenza sessuale. Strenuo nel contrasto all’aborto – anche il cardinale Cupich, peraltro, è intervenuto in questi giorni contro il giro di vite proposto dall’Illinois nei confronti dei sanitari obiettori di coscienza – ha un approccio morbido nei confronti dei fedeli tradizionalisti che amano celebrare la messa in latino.
Il nuovo arcivescovo di New York eredita una Chiesa in situazione non facile, e non solo per la tensione più o meno latente con la Casa Bianca. Le vocazioni sono in calo costante, come nel resto degli Stati Uniti, e l’arcidiocesi ha appena accettato di avviare una mediazione per risarcire oltre 1.300 persone che hanno denunciato di aver subito abusi sessuali da parte di sacerdoti, con l’obiettivo di raccogliere almeno 300 milioni di dollari.
Differenza profonda tra il Papa e il nuovo arcivescovo di New York, Leone XIV è un tifoso degli White Sox mentre Hicks tifa la squadra avversaria, i Chicago Cubs: “Mio padre è un tifoso sfegatato dei Cubs. Voleva che sapessimo di essere amati, ma che saremmo rimasti cattolici e tifosi dei Cubs. Nella mia famiglia, non c’era modo di aggirare nessuna di queste due cose”. A suo modo, anche questa una questione di fede.