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 2025  dicembre 18 Giovedì calendario

Mercosur, i paletti di Meloni: «Ora servono più garanzie»

Non è ancora un asse tra Roma e Parigi, ma poco ci manca. L’idea di rimandare il via libera al Mercosur, l’accordo di libero scambio dei Paesi Ue con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, avvicina la strategia e gli obiettivi del governo italiano con quello francese sulle scelte da adottare in materia di Politica agricola comune (Pac) e di posizionamento sulla scena internazionale. Confermando così che l’accordo commerciale si intreccia con le decisioni sul futuro bilancio della Ue per il periodo 2028-2034 e con i tagli annunciati alla Pac. A indicarlo sono i segnali delle ultime ore, a cominciare dall’intervento alla Camera della premier Giorgia Meloni, in vista del consiglio Ue. «Riteniamo che firmare l’accordo nei prossimi giorni, come ipotizzato, sia ancora prematuro, è necessario – spiega Meloni – attendere che il pacchetto di misure aggiuntive a tutela del settore agricolo sia perfezionato e allo stesso tempo illustrarlo e discuterlo con i nostri agricoltori».
La premier dice che l’obiettivo non è bloccare l’accordo, ma approvarlo «solo con le adeguate garanzie di reciprocità per il nostro settore agricolo. E sono molto fiduciosa che con l’inizio del prossimo anno tutte queste condizioni possano verificarsi». L’indicazione è, insomma, assicurare che le produzioni agricole in arrivo dai Paesi del Sud America rispondano ai medesimi standard adottati in Europa, evitando così una competizione impari a danno degli agricoltori europei. La linea di Meloni trova corrispondenza in quella del governo francese che vuole clausole di salvaguardia blindate, maggiori controlli sulle importazioni e standard più rigorosi per i produttori del Mercosur.
Una posizione che mette in discussione l’obiettivo della presidente Ue, Ursula von der Leyen, di siglare, dopo oltre venti anni di negoziati, il trattato in occasione del vertice del Mercosur previsto tra due giorni in Brasile a Foz do Iguacu. Da Parigi, del resto, non c’è alcuna luce verde a procedere. Il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha ribadito durante una riunione del governo la contrarietà all’accordo nella sua attuale versione e chiarito che non accetterà forzature dalla Ue e da von der Leyen, che, come detto, punta a chiudere sebbene non disponga della maggioranza qualificata per votare l’accordo. «La Francia sarebbe fortemente contraria» se «le autorità europee volessero forzare la mano» sull’intesa, ha detto Macron, come confermato da una portavoce.
La fermezza di Roma e Parigi non è stata accolta bene oltre Oceano, dove il presidente del Brasile, Inácio Lula da Silva, ha replicato che se l’intesa non verrà firmata «ora», non verrà più firmata durante la sua presidenza, che terminerà alla fine del 2026. «Se non lo facciamo ora, il Brasile non firmerà l’accordo finché sarò presidente», è l’ultimatum di Lula.
A fare ben sperare è, nel frattempo, l’accordo preliminare sulle salvaguardie per gli agricoltori europei, raggiunto ieri in tarda serata tra il Parlamento Ue e i governi nazionali, con un compromesso che introduce una soglia dell’8% sulle importazioni dai Paesi latinoamericani e rafforza gli impegni su produzione e controlli fitosanitari. Oggi nella capitale belga sono attesi 10 mila agricoltori e decine di trattori, in occasione della protesta contro i tagli alla Pac e per chiedere ai leader della Ue di non essere danneggiati dall’accordo del Mercosur.