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 2025  dicembre 17 Mercoledì calendario

Il sarto: “Mozzette e talari, il Papa nella hit dell’eleganza è un po’ anche merito mio”

Alla notizia che Vogue ha inserito Leone XIV tra le persone più eleganti dell’anno, accanto a fashion star come Kendall Jenner, Rihanna o Michelle Obama, un lampo di soddisfazione gli attraversa lo sguardo. «Ci dev’essere pure il mio zampino», dice sornione Raniero Mancinelli, 88 anni, che dal suo laboratorio di sartoria a Borgo Pio, a pochi passi dal Vaticano, ha vestito quattro Papi. Con il suo metro giallo consunto che porta sempre al collo («È la mia stola»), è dai tempi del Concilio vaticano II, nel 1962, che misura e confeziona gli abiti liturgici di sacerdoti, monsignori, cardinali e Pontefici. Dimmi come vesti e ti dirò che Papa sei.
Vogue scrive che ha Leone ha «rotto con i gusti umili del suo predecessore» perpetuando «l’eredità papale per quanto riguarda i paramenti liturgici di pregio»
«Francesco era un po’ più alla mano, non stava a guardare molto i tipi di tessuto, si accontentava molto facilmente. Leone è un po’ più elegante, un po’ più attento: non è più esigente però gli piacciono le cose più precise».
È lui che chiede o sono i suoi collaboratori?
«Un po’ l’una e un po’ l’altra cosa: magari i collaboratori danno qualche indicazione, ma capita pure che sia lui che preferisce una cosa anziché un’altra».
Che tipo di cliente è?
«È molto calmo, molto tranquillo, non è né troppo elegante né troppo semplice. Gli piacciono le vesti tradizionali, però quello che gli mando gli va bene».
Lo aveva già conosciuto da cardinale?
«Era venuto qui anche un mesetto prima del Conclave. Una persona molto umana, veramente in gamba. Tra me e me ho pensato: questo potrebbe essere un buon Papa. Comunque lui si è affidato molto a me, mi ha detto: fai quello che mi serve, senza tanti problemi».
A differenza di Francesco, dopo l’elezione aveva la mozzetta rossa
«Sì la usa sempre».
Però gli stava un po’ grande
«Probabilmente gli hanno fatto indossare una mozzetta che c’era in sacrestia, leggermente lunga. Io purtroppo quel tessuto adesso non ce l’ho, lo sto ancora aspettando dalla fabbrica...».
Con Leone Papa intorno al Vaticano sembrano esserci più preti in talare: è solo un’impressione?
«E vero, c’è più richiesta di talari. Dopo l’elezione di Leone c’è stato un piccolo risveglio, una richiesta maggiore di talari nere, o talari nere filettate da prelato».

Secondo lei perché?
«Probabilmente perché questo Papa dà l’impressione di essere un po’ il Papa per tutti. Francesco ad alcuni piaceva tantissimo, qualcun altro era un po’ più titubante sui suoi modi di fare di dire. Ora forse alcuni preti sono più sereni. Il prete si sente più prete e cerca la talare. Ma io lavoro molto anche perché i sarti spariscono».
Chi è il primo Papa che ha vestito?
«Giovanni Paolo II. Conoscevo bene i segretari e quando mi chiamarono per fare la sua veste, beh, per me è stato un momento emozionante».
Dev’essere strano prendere le misure a un Papa…

«Però l’ho fatto. A prescindere se ho davanti il Papa, un vescovo o un prete, una persona grande così o piccola, è il mio lavoro. Se il colore è nero o bianco è lo stesso: certo devo stare un po’ più attento al bianco perché è delicato, ma per me è sempre lavoro. Ma l’emozione con Giovanni Paolo II fu enorme. Una mattina mi invitò pure a fare colazione con lui».

Il primo Papa non si dimentica mai?
«Beh sì, sì, è come il primo amore».

Con Benedetto XVI come andò?
«Benedetto lo conoscevo già da cardinale, abitava qui accanto e ci incontravamo spesso. È stato un rapporto molto bello, tre o quattro giorni dopo che fu eletto Papa ci invitarono alla messa personale della sua cappella privata, a me e mia moglie. Capirai, quel giorno non camminavo, volavo… andai su la mattina presto e dopo mi fece prendere di nuovo le misure per controllarle. Sembrava che era un pochettino più grossetto di pancia, poco poco, e così ho ricontrollato le misure».
Come funziona, è il Papa che sceglie il tessuto?
«Di solito lo scelgo io, fin da Giovanni Paolo II ho scelto un tessuto particolare. Benedetto XVI era molto elegante, gli feci fare un tessuto molto bello di lana e seta e lui lo gradiva. Francesco si accontentava, gli feci una veste bella ma a lui andava bene una talare bianca qualsiasi, perciò ho usato tessuti un po’ più comuni».
La sera dell’elezione si affacciò dal loggione di San Pietro con la semplice talare bianca
«Lui era più semplice, più alla mano, era una persona molto pratica. Con Francesco avevo un rapporto molto cordiale, quasi amichevole, non mi sentivo a disagio».
Cosa ha pensato quando, poco prima di morire, comparve in San Pietro sulla carrozzina vestito solo con pantaloni neri, maglietta bianca e addosso un poncho?
«Mi è sembrato strano però a lui piaceva stare in mezzo alla gente, è andato come era vestito, sentiva questa forza di potersi presentare al popolo, alla gente, così com’era, senza talare, senza paramenti, niente».
Lo aveva conosciuto prima che diventasse Papa?
«Da cardinale gli feci una fascia che mi aveva chiesto e lui mi disse che il prezzo era un po’ esagerato: “Ma tu sei un ladro!”, scherzò
, un’espressione molto casareccia, ma detta in senso buono. Ci siamo fatti tutti e due una risata».