Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 17 Mercoledì calendario

Salario minimo negli appalti della Puglia: ok dalla Consulta

In Puglia aggiudicarsi un appalto pubblico e pagare gli operai meno di 9 euro l’ora non è più possibile. La legge che introduce il salario minimo «inderogabile» è passata indenne dal vaglio della Corte costituzionale che ne ha sancito la piena legittimità. Era stato il governo a sollevare dubbi di incostituzionalità per presunte violazioni del principio dell’autonomia della contrattazione collettiva, la libera concorrenza tra soggetti privati e la potestà statale. Il giudizio della Consulta parla di «difetto assoluto di motivazione», di «errore di prospettiva» da parte dell’esecutivo perché la legge pugliese non impone un trattamento economico minimo a tutti i contratti di lavoro privato subordinato stipulati nel territorio regionale, ma solo agli appalti pubblici affidati dalla Regione e dagli enti ad essa afferenti. Per il governatore uscente Michele Emiliano, che decise di resistere al ricorso del governo, la Puglia «è la prima regione d’Italia ad avere introdotto una legislazione che prevede un salario minimo per tutti i lavoratori diretti ed indiretti. Come per altri casi, tipo lo screening obbligatorio per i neonati, siamo gli unici in Italia a tutelare alcuni diritti fondamentali». Il successore non ancora proclamato Antonio Decaro già annuncia di voler valutare con il partenariato socio-economico «gli effetti di queste disposizioni, in vista di possibili estensioni». Esulta la coalizione progressista. Per la segretaria del Pd Elly Schlein, la premier Giorgia Meloni deve «prendere atto che ha fallito nel tentativo di bloccare le Regioni, che stanno solo sopperendo alle sue mancanze: approvi subito la proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo e una legge per regolare gli affitti brevi dando poteri ai sindaci». «Un altro ceffone al governo – commenta Nicola Fratoianni (Avs) —: cade l’ipocrisia della premier che continua ad affossare ogni provvedimento che restituisce dignità ai lavoratori». Mario Turco, vicepresidente M5S, sollecita la riapertura «immediata della discussione sulla proposta di legge sul salario minimo».