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 2025  dicembre 16 Martedì calendario

Papa Leone XIV, nuova grana: denuncia alla Corte Europea perchè lo IOR non eroga la pensione (decurtata) a due ex lavoratori

Tra i vari pasticci giudiziari ereditati con il pontificato precedente, Leone XIV si trova ora a fronteggiare anche una denuncia alla Corte Europea per i Diritti Umani perché il Vaticano non avrebbe rispettato un diritto fondamentale di un pensionato: l’inalienabilità della pensione maturata dal lavoratore. Ad aver fatto causa sono due ex manager dello IOR, Paolo Cipriani e Massimo Tulli, entrambi condannati dal tribunale vaticano per mala gestio. La banca vaticana, che avrebbe dovuto erogare loro l’assegno pensionistico sebbene decurtato di un terzo per via della condanna, come avviene in tutti i sistemi nazionali, per esempio anche in Italia, ha smesso di farlo dall’oggi al domani. Naturalmente Cipriani e Tulli inizialmente si sono appellati ai tribunali del Vaticano che spesso non hanno brillato per limpidezza, facendo causa alla banca del Papa, e vincendo sia in primo grado che in secondo grado con due sentenze favorevoli che davano ragione ai due ex dipendenti. 
In quelle sentenze favorevoli veniva evidenziato che veniva recepito un principio cardine dal sistema italiano.
Di conseguenza veniva intimato allo IOR di ripristinare l’assegno (decurtato di un terzo per via della loro condanna) e di pagare pure le spese legali. Lo IOR però si appellava sempre decidendo di rivolgersi anche alla Cassazione e nell’aprile di quest’anno un collegio giudicante formato prevalentemente da cardinali, con a capo Matteo Zuppi, presidente della Cei, è arrivato a ribaltare le due precedenti sentenze dando totalmente ragione alla banca del Papa. Nella sentenza firmata da Zuppi, che il Messaggero ha potuto visionare, viene stabilito il principio che l’assegno pensionistico al lavoratore può anche non essere considerato un diritto acquisito. Una novità ma del resto nel piccolo Stato pontificio il diritto può anche essere un optional, visto che non esiste la suddivisione dei poteri come negli Stati moderni e dove il Papa in ultima analisi è giudice supremo e può modificare ciò che vuole, a sua discrezione. 
Così la pensione decurtata per chi ha avuto condanne – nella sentenza firmata dal cardinale Zuppi – è diventata “una compensazione impropria”. A questo punto ai due manager non restava la possibilità di ricorrere alla CEDU e denunciare a Strasburgo lo IOR. In pratica l’Istituto per le Opere di Religione avrebbe violato l’articolo 28 del regolamento interno del fondo pensionistico vaticano che prescrive espressamente che le pensioni non possano essere cedute, pignorate o sequestrate, ad eccezione di un debito del pensionato verso l’amministrazione che pero può operare la ritenuta delle pensioni entro i limiti di un terzo. Alla CEDU viene così chiesto di riconoscere l’illegittimità della sentenza della Cassazione (emessa il 10 aprile 2025, undici giorni prima che Papa Francesco morisse). Secondo i ricorrenti la decisione dei cardinali sarebbe in violazione dell’articolo 1 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
La vicenda giudiziaria che portò in Vaticano, alcuni anni fa, alla condanna di Tulli e Cipriani è molto complessa e piuttosto controversa e aveva già sollevato a suo tempo parecchie polemiche. Inizialmente i due funzionari erano stati condannati anche dal Tribunale di Roma che però in appello li ha assolti con la formula:  «perché il fatto non sussiste». La vicenda vaticana era legata a presunti illeciti relativi alla movimentazione di 23 milioni sequestrati nel 2010.