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 2025  dicembre 16 Martedì calendario

Affitti brevi, la Consulta dà ragione alla Toscana: rigettato il ricorso del governo

Legge sul turismo, la Corte Costituzionale dà ragione alla Toscana. Rigettando il ricorso del governo in ogni profilo di impugnazione, non ravvedendo né rischi di ingerenza in materie di competenze statale né profili di violazione della libertà d’impresa.
La legge sul turismo venne approvata dal consiglio regionale toscano nel dicembre scorso: il governo in primavera la impugnò, la Regione poco dopo si costituì in giudizio. E ora la Consulta le dà ragione. In particolare vengono salvate le norme su affitti brevi e sui bed&breakfast: i giudici hanno riconosciuto la legittimità della norma che accorda, ad esempio, ai Comuni ad alta densità turistica di introdurre limiti specifici alle locazioni brevi in determinate zone della città. Legittime pure le disposizioni che impongono la gestione in forma imprenditoriale della ricezione turistica nelle abitazioni civili: una misura che, pur determinando una «ingerenza nelle libere scelte dei proprietari», è giustificata – spiega la Consulta – poiché finalizzata a una funzione sociale in maniera proporzionata, cioè la limitazione della proliferazione delle strutture ricettive extra-alberghiere, che – si legge – «da un lato rappresenta un’occasione di integrazione del reddito per numerose famiglie, ma dall’altro ha concorso a determinare fenomeni di overtourism in diverse città, che hanno prodotto “esternalità” negative» come, ad esempio, «una contrazione degli alloggi disponibili per lavoratori e studenti fuori sede» oltre a una possibile «trasformazione urbanistica di interi quartieri e centri». Ritenuta legittima pure la norma che fissa i limiti di dimensioni per affittacamere e b&b. Infondate, poi, le questioni sollevate sulla possibilità per gli alberghi di associare nella gestione unità immobiliari di loro proprietà entro 200 metri.
Inoltre, viene escluso che la disciplina rientri nell’ordinamento civile, di competenza dello Stato, ma invece si tratti di una materia di turismo, e quindi in capo alla Regione. Più in generale, la Corte riconosce che il testo unico interviene in una dimensione di carattere amministrativo, come la facoltà accordata ai Comuni di introdurre uno specifico regime di autorizzazione. Resta in piedi pure il regime transitorio fino al primo luglio 2026 per l’introduzione dell’obbligo di variazione della destinazione d’uso a turistico-ricettiva per le abitazioni usate per essere affittate ai turisti.
«La sentenza della Corte costituzionale certifica due cose molto chiare: la Regione Toscana ha legiferato bene e il ricorso del Governo è stato respinto. È un risultato che ci rende orgogliosi del lavoro svolto dal Consiglio regionale», dice il vicepresidente Pd del consiglio regionale Antonio Mazzeo.
«Abbiamo costruito nella scorsa legislatura una legge equilibrata e solida, capace di governare i fenomeni turistici tutelando i territori, il diritto all’abitare e il ruolo dei Comuni. Il governo aveva impugnato queste scelte, ma la Consulta ha riconosciuto che erano pienamente legittime e fondate».