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 2025  dicembre 16 Martedì calendario

Debito pubblico record a 3.132 miliardi, ma più entrate

Oltre 50 miliardi di euro in più in un mese. Così il debito pubblico nel mese di ottobre è salito a 3.131,7 miliardi, secondo i dati della Banca d’Italia, dopo il calo di settembre. Un incremento record che ha superato i 3mila e 100 miliardi di euro (in settembre era di 3.080.915 miliardi) e che, viene spiegato, «riflette la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (31,8 miliardi, a 77,2), il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (18,8 miliardi), nonché l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi)». L’ammontare del debito è da imputare alle amministrazioni centrali (50,6 miliardi) e alle locali (0,2 miliardi). Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Secondo Bankitalia, sale la quota in mano agli stranieri passata in settembre al 33,9% dal 33,7 di agosto, mentre il debito detenuto da via Nazionale è sceso al 18,8% (dal 19,1%), e da famiglie e imprese al 14,2% (dal 14,4%). Ma aumentano anche le entrate tributarie: 43,4 miliardi, +2,5% rispetto all’ottobre 2024 (un miliardo in più). Nei primi 10 mesi del 2025 sono state di 462,2 miliardi, in crescita del 2,1% rispetto al 2024 (9,7 miliardi in più).
«Italia brava ma deve pedalare per crescere di più», ha detto Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), a Roma ospite della 38esima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia nel mondo. Parlando al Tg1, l’economista bulgara ha spiegato che l’Italia rappresenta un’«àncora di stabilità» in Europa, con «risultati oltre le previsioni, soprattutto nella riduzione del deficit». I mercati, ha sottolineato Georgieva, «guardano all’Italia in modo diverso e questo comporta molti vantaggi». Ma «ora deve crescere di più e investire sulla formazione e il lavoro per dare più opportunità ai giovani». E l’ha sollecitata ad «aumentare la produttività lungo il percorso delle riforme strutturali», eliminare «la molta burocrazia che ostacola il dinamismo», e «cooperare con gli altri». Per la direttrice Fmi, l’Italia può «guidare l’Europa verso una maggiore competitività».