Corriere della Sera, 16 dicembre 2025
Playstation, poi l’università per tornare a fare l’oculista. L’esilio dorato di Assad tra i potenti di Mosca
Quattordici anni di guerra civile, 600 mila morti e 14 milioni di profughi dopo, l’ex presidente siriano Bashar al-Assad torna ai suoi amati oftalmoscopi. Nel suo esilio a Mosca, l’ex dittatore studia russo, ma soprattutto cerca un’abilitazione per tornare a fare l’oculista. Secondo indiscrezioni raccolte dal Guardian, l’ex dittatore potrebbe cercare clienti nell’élite russa. Non che abbia bisogno di soldi, quelli non gli mancano proprio, ma l’oftalmologia è sempre stata la passione di Bashar e finita l’esperienza di potere, può finalmente tornare al primo amore.
«Venga a prendere un the da noi, mio marito le controllerà la pressione oculare», potrebbe dire la moglie Asma ai nuovi vicini. Ormai l’ex presidente siriano abita accanto ai ricchi e potenti di Russia. La famiglia Assad vive infatti sulla prestigiosa direttrice Rublyovo-Uspenskoye a ovest di Mosca.
«Una delle zone residenziali più care al mondo» dice il New York Times, «con ville tentacolari» e aree recintate e super protette. Tra i pini secolari del bassopiano attraversato dal Volga, il dottor Bashar al-Assad rischia di dover vivere il resto dei suoi giorni.
Il lusso è garantito da anni di ladrocini non solo suoi, ma dell’intera famiglia. Il guaio è che rischia di restare isolato dal resto del mondo a causa delle regole imposte per l’accoglienza da Vladimir Putin. Poche e controllate interviste, basso profilo, nessuna attività politica e ancora meno interferenze nei confronti del nuovo regime siriano. Più che l’antica alleanza con lui e con il padre, per Putin vale l’esigenza di andare d’accordo con il nuovo governo di Damasco e mantenere aperte le basi militari russe in Siria.
Quindi, escluso da una rincorsa al potere, come può passare il tempo l’ex presidente Bashar al-Assad? L’oftalmologia lo soccorre. Per lui è una sliding door di ritorno 31 anni dopo. Era il 1994 quando in un incidente d’auto morì il fratello Basel. Basel era il maggiore dei figli di Hafez, il preferito del padre e della madre, quello educato sin da piccolo ad essere un duro, a comandare, a conoscere la vita militare e dominare la macchina repressiva messa insieme dal fondatore della dinastia.
Bashar, invece, non aveva mai mostrato alcun interesse per la politica, men che meno aveva manifestato quelle doti da criminale di guerra che invece spiccavano in Basel e anche nel fratello minore Maher. La scelta cadde comunque sul dottorino. Bashar obbediente lasciò Londra e l’oftalmologia, tornò a Damasco per un corso accelerato di dittatura ereditaria. Entrò nell’esercito, divenne ufficiale e comandante del Libano occupato poi, come nei piani, alla morte del padre, nel 2000 divenne presidente.
Nel 2011, allo scoppio della Primavera Araba, si dice che fu la madre di Bashar, Anisa, a spingere il figlio esitante ad agire. «Sii uomo, fai come tuo padre, schiacciali». Obbediente, Bashar supervisionò anni e anni di repressione, torture e distruzione.
L’ex presidente non è ancora stato visto in giro per Mosca. Fa una vita estremamente riservata: studio, università, playstation e poco altro. La moglie Asma pare guarita dalla leucemia con cui ha combattuto per anni ed è comparsa alla discussione di laurea della figlia Zein al-Assad, 23 anni, assieme agli altri figli dell’ex coppia presidenziale.
Lei e i figli sono stati avvistati in negozi esclusivi a fare compere e hanno anche avuto qualche permesso per volare negli Emirati Arabi dove abitano molti conoscenti esiliati come loro e dove la famiglia si sentirebbe più a proprio agio a causa del clima e della lingua. Per il momento, però, gli emiri non hanno ancora garantito la sicurezza dell’esilio dell’ex dittatore come ha fatto il solo Putin. Il sogno di Bashar sarebbe quindi quello di tornare a curare gli occhi degli altri, magari anche ad operare visto che, si dice, avesse un’ottima mano.
Come ai tempi di Londra Bashar a causa della passione per l’oftalmologia non pensa a quello che potrebbe succedergli. Allora la scomparsa del fratello lo costrinse a diventare presidente. Ora un ripensamento o la caduta di Putin potrebbero costringerlo ad occuparsi della propria difesa legale in un tribunale internazionale per crimini di guerra.