Corriere della Sera, 16 dicembre 2025
Per il 31% degli italiani Mosca è un pericolo. E secondo uno su cinque gli Usa ora sono avversari
Un 2025 funesto, agli occhi degli italiani, per quanto riguarda la politica internazionale. Il ritorno sulla scena di Donald Trump per il secondo mandato da presidente Usa è stato sicuramente l’evento dell’anno.
Dall’11esimo osservatorio Ispi-Ipsos Doxa su «Gli italiani e la politica internazionale», nella consueta rilevazione di fine anno su un campione rappresentativo della popolazione italiana, emerge un quadro inquietante: quasi metà degli italiani (il 45%) ritiene che lo scoppio della Terza guerra mondiale nei prossimi tre anni sia un evento «probabile», va però detto che questa percentuale era superiore (57%) un anno fa.
Trump è considerato il personaggio più influente della politica internazionale, seguito (a gran distanza) dal presidente cinese Xi Jinping e da quello russo Vladimir Putin. Dopo un anno dal suo ritorno, tuttavia, per gli italiani le cose vanno peggio sia per gli Stati Uniti, sia per il mondo (40%). Vacilla persino la percezione che gli italiani hanno degli Usa come alleati: se fino all’anno scorso la maggioranza assoluta li riconosceva come alleati (54%) e solo una minoranza come avversari (16%) oggi queste due visioni sono molto più vicine (40% alleati, 20% avversari, con gli indecisi saliti al 40%).
Secondo Antonio Villafranca, vicepresidente per la Ricerca di Ispi, «nemmeno gli Usa vengono più visti come alleati affidabili, al punto che Washington viene considerata solo appena un po’ più affidabile di Pechino. È l’inevitabile riflesso della nuova presidenza Trump che in meno di un anno ha rimesso in discussione tutto con gli europei, dalla Nato ai rapporti commerciali, dal sostegno all’Ucraina alla comune difesa del multilateralismo e dello Stato di diritto».
La Russia resta però la principale minaccia al mondo (con il 31%, -1% rispetto a fine 2024), seguita dagli Usa e da Israele, entrambi con il 12%. Rispetto allo scorso anno, la situazione in Medio Oriente perde salienza per gli italiani rispetto alla guerra in Ucraina e allo scenario economico complessivo: il timore di una recessione in Europa è infatti la prima preoccupazione in vista del 2026, per gli italiani.
Ma la pace in Ucraina è il primo fattore di speranza: per il 34% degli intervistati è l’avvenimento più atteso, seguito da un aumento della crescita in Europa (32%), da un generico miglioramento delle relazioni tra grandi potenze (25%) e dal raggiungimento della pace in Medio Oriente (24%). Sull’Ucraina in particolare, gli italiani sembrano proiettati verso un compromesso al ribasso per Kiev: pur tra molte incertezze (il 35% continua a non avere un’opinione), la maggioranza relativa (36%) contempla cessioni territoriali alla Russia e il 13% interromperebbe del tutto il sostegno militare all’Ucraina, anche se resta una minoranza (16%) intenzionata a sostenere Kiev fino alla riconquista dei territori persi.