il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2025
Angelucci, gli affari non brillano più
I giornali non bastano più per lubrificare gli affari, perché l’impero di Antonio Angelucci, detto Tonino, re delle cliniche private e proprietario di quotidiani di destra (Libero, Il Giornale, Il Tempo), dà segni di affaticamento. I profitti rallentano. Questo dicono i bilanci delle due grandi società che compongono il gruppo, la Finanziaria Tosinvest che contiene immobili, società di facility management (servizi per immobili, pulizie) e giornali, e la San Raffaele, proprietaria di 23 strutture sanitarie con 3.100 letti, concentrate nel Lazio, con presidi anche in Puglia, Abruzzo, Basilicata e Sardegna.
Tonino Angelucci, 81 anni, ex portantino del San Camillo che è deputato alla quarta legislatura – eletto per la Lega dopo tre mandati in Forza Italia e nel Pdl – ha perso il primato di più ricco del Parlamento: secondo l’ultima dichiarazione dei redditi, riferita al 2024 e depositata alla Camera il 13 novembre, Angelucci ha un reddito imponibile di 1.887.575 euro, -60% rispetto ai 4,77 milioni del 2023 e molto meno anche di quanto dichiarato per il 2022 (3,33 milioni) e per il 2021 (4,58 milioni). Angelucci è stato superato da altri due parlamentari di centro-destra: l’avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, con 3,259 milioni lordi, e il commercialista Giulio Tremonti, deputato di FdI, con 2,17 milioni. Manca però la dichiarazione di Matteo Renzi, che per il 2023 aveva dichiarato 2,34 milioni. Forse l’onorevole Angelucci potrà consolarsi con un altro primato. A Montecitorio nessuno lo vede più arrivare con una delle sue tre Ferrari. Recordman di assenteismo da anni, Il Fatto ha certificato che quest’anno non ha mai partecipato alle votazioni in aula.
Sugli affari della famiglia va premesso che non c’è piena trasparenza: non c’è un unico bilancio consolidato che mostri il vero andamento dei conti, eliminando partite infragruppo. La testa del gruppo Angelucci è in Lussemburgo, dove c’è una cortina di riserbo. Tra le attività di Tosinvest e San Raffaele ci sono rapporti economici, ma le due società capofila sono indipendenti l’una dall’altra e ciascuna fa il proprio bilancio. Tosinvest Spa possiede l’1,6% di San Raffaele Spa, il 98,4% è della Three Sa, una società anonima lussemburghese. Three possiede anche il 93,65% di Tosinvest. L’altro 6,35% è della Spa di Lantigos Sca, un’altra società lussemburghese che detiene l’intero capitale di Three Sa.
Il gruppo Tosinvest, 1.235 dipendenti, nel 2024 ha aumentato il valore della produzione da 109,1 a 126,8 milioni, l’utile netto di competenza è migliorato del 24%, da 4,64 a 5,76 milioni. Il settore sanitario, che fa capo a San Raffaele Spa e a decine di controllate, con 2.633 dipendenti, nel consolidato 2024 presenta un valore della produzione aumentato da 194,1 a 200,95 milioni, mentre l’utile netto di competenza è in calo del 23%, da 10,12 a 7,76 milioni.
Se si fa un “bilancione” complessivo, con la somma delle cifre dei due settori, 3.868 dipendenti complessivi, si ottiene un valore della produzione aggregato di 327,7 milioni e un utile netto aggregato di 13,53 milioni. Ma per avere un vero consolidato di tutto il gruppo bisognerebbe depurare le voci degli scambi infragruppo tra questi due settori e ne risulterebbe una riduzione dei profitti aggregati. In ogni caso un confronto con il medesimo “bilancione” aggregato degli anni precedenti mostra che l’utile netto aggregato del 2024 è inferiore a quello del 2023, pari a 14,7 milioni, e ancor più a quello del 2022, che era di 20,8 milioni. In due anni c’è stato un calo dei profitti del 35 per cento.
Il gruppo San Raffaele produce cassa, ha una posizione finanziaria netta positiva per 112,7 milioni, 11 milioni in più del 2023. Al contrario il gruppo Tosinvest ha debiti finanziari netti per 168,2 milioni, 20 milioni in più del 2023. Tra i debiti di Tosinvest ci sono 168,4 milioni verso la San Raffaele, dovuti alle anticipazioni fatte da San Raffaele “per ottimizzare i flussi di cassa”.
Larghissima parte dei ricavi del San Raffaele, alcuni stimano il 90%, vengono dallo Stato, attraverso il Servizio sanitario nazionale. Il grosso dei flussi passa dalla Regione Lazio, che è guidata da Francesco Rocca, che fino all’elezione nel 2022 sedeva nel cda della Fondazione San Raffaele degli Angelucci. Nel bilancio 2024 del gruppo San Raffaele sono iscritti proventi per 5,7 milioni per i “contributi una tantum” riconosciuti dalla Regione guidata da Rocca per “la gestione dell’emergenza pandemica Covid-19” nel 2021.
Tosinvest è presieduta da Giampaolo Angelucci, figlio di Tonino, detto Napoleone. È lui che ha voluto promuovere dalla direzione del Tempo al Giornale Tommaso Cerno al posto di Alessandro Sallusti. Curiosa la decisione di raddoppiare da 500mila a un milione all’anno, a partire dal 1° gennaio 2025, il canone di locazione della testata Libero, di proprietà di Tosinvest, all’Editoriale Libero Srl, che è fuori dal perimetro del gruppo perché ha come socio unico la Fondazione San Raffaele, finanziata comunque sempre dagli Angelucci.
Libero incassa robusti contributi pubblici rispetto alle vendite. Nel 2024 ha iscritto in bilancio 2 milioni di contributi pubblici per l’editoria per competenza dell’anno, ma ne ha effettivamente incassati 5,5 milioni e ha chiuso il bilancio con un utile netto di 101.254 euro. Il Tempo ha chiuso il bilancio 2024 con una perdita netta di -1,21 milioni. Il Giornale ha chiuso il 2024 con una perdita netta di -3,7 milioni dopo l’iscrizione di contributi pubblici per 650mila euro.