il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2025
Croazia: lo scontro in Parlamento sui rosari maschili in piazza per redimere le donne
Sono cattolici di estrema destra. E organizzano rosari pubblici per soli uomini. Anzi per soli maschi. Il loro movimento si chiama infatti “Sii virile” che è un richiamo a una definizione di san Paolo, “Comportatevi da uomini”. È nella piazza principale di Zagabria – intitolata al bano Ban Jelacic, governatore dell’Ottocento – che passa l’ultima frontiera dell’estremismo cattolico. Qui, ogni primo sabato del mese c’è un raduno di centinaia di uomini che s’inginocchiano e pregano contro il diritto all’aborto, contro il sesso prematrimoniale, contro l’abbigliamento “provocante” delle donne. È appunto il movimento “Sii virile”, “Muževni budite” in lingua croata.
Dice il loro fondatore Krunoslav Puškar: “Ho capito chiaramente che il denominatore comune della crisi sociale, che si manifesta anche nella presenza dell’aborto, è una crisi di virilità. La maggior parte delle donne che decidono di abortire o lo stanno prendendo in considerazione sono state abbandonate. Non hanno il sostegno del loro uomo, del loro partner, che è molto importante. Basta poco perché una donna scelga la vita: sapere che non è sola. Gli uomini che scappano, così come quelli che maltrattano le donne o le spingono ad abortire, sono una parte importante del problema”.
Contro le preghiere pubbliche dei “klecavaci”, ossia gli “inginocchiati” (termine che gli stessi ultracattolici respingono perché “disumanizzante”), adesso c’è però una petizione sottoscritta da 80mila uomini e donne già presentata in Parlamento. A promuoverla è stata Sanja Sarnavka, attivista femminista, dopo due femminicidi: una ragazza di ventidue anni e una donna incinta. Non a caso, l’iniziativa è stata presa “in nome delle diciotto donne uccise nel 2025”. Gli “inginocchiati”, quindi, come simbolo del patriarcato croato, e che “protetti dalla polizia e dal loro servizio d’ordine” nelle piazze (a tre anni anni dal loro debutto, i rosari pubblici si tengono anche in altre città del Paese) pregano perché “le donne siano sottomesse ai maschi, umili e silenziose”.
Per tutta risposta, il movimento clericale di estrema destra ha denunciato Sarnavka per “incitamento all’odio” e per “la violazione del diritto di riunione e della libertà di religione”. L’annuncio della denuncia si conclude così, con toni apocalittici e minacciosi: “Non sai chi stai prendendo di mira. Questa è un’iniziativa di Dio e non puoi mandarla a monte con un milione di firme o con tutti i media dalla tua parte. Hai lanciato un boomerang che, nientemeno, ti tornerà indietro per perseguitarti”.
A sostegno della reazione di “Muževni budite” c’è stata la dichiarazione di Ivan Penava, leader del Movimento patriottico, partito di governo, che ha parlato di “totalitarismo” femminista e ha attaccato anche i Gay Pride (“si facciano nelle foreste”). Silenzio invece dalla Chiesa croata. Anzi il vescovo di Sisak, Vlado Košic, già noto per le sue nostalgie del regime nazifascista degli ustascia (1929-1945), ha benedetto il movimento ed è pure andato a un rosario in piazza. Inginocchiandosi.