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 2025  dicembre 15 Lunedì calendario

Palermo, al Policlinico mazzette per rilasciare le salme. I pm: arrestate i dipendenti dell’obitorio

A Palermo, la mazzetta si paga pure sui morti. Da 50 a 100 euro. È una storia davvero amara quella scoperta dai poliziotti della squadra mobile diretta da Antonio Sfameni: i quattro impiegati del Policlinico in servizio alla camera mortuaria chiedevano soldi per accelerare le pratiche di rilascio delle salme. Così, adesso, la procura diretta da Maurizio de Lucia sollecita l’arresto di Salvatore Lo Bianco, Marcello Gargano, Antonio Di Donna e Giuseppe Anselmo. Stessa richiesta per undici fra titolari e dipendenti di agenzie di pompe funebri: Francesco e Nunzio Trinca (quest’ultimo gestore della Csf “Centro servizi funerari”), Domenico Abbonato (della ditta “Centro servizi funebri Corona”), Davide Madonia (“Madonia servizi funebri” di Rosa Belli), Natale Mannino (titolare dell’omonima azienda), Antonio Mineo (della “Mineo srl”), Angelo Milani, Giuseppe Maggio (ditta “Maggio Pietro”), Giacomo Marchese (“Il Giardino dei fiori” di Villabate), Daniele Bonura (“Alfano srl” di Salvatore e Giuseppe) e Marcello Spatola (“Alfano srl Salvatore e Giuseppe”). I quattro impiegati del Policlinico sono accusati di associazione a delinquere, secondo la procura avrebbero creato un vero e proprio «sistema». Due giorni fa, sono stati trasferiti dalla direzione del Policlinico ad altri incarichi. Gli addetti alle pompe funebri rispondono invece di corruzione. Nei prossimi giorni, il gip interrogherà gli indagati, poi deciderà sull’emissione della misura cautelare chiesta dalla procura.
L’avvio dell’indagine
L’inchiesta è nata nel gennaio dell’anno scorso. Una ditta di pompe funebri di Milano si era messa in contatto con l’agenzia Trinca per trasferire in Lombardia la salma di un cittadino greco morto a Palermo. Francesco Trinca spiegò al collega che c’era pure una spesa “aggiuntiva” da sostenere, le 100 euro per uno degli impiegati della camera mortuaria del Policlinico. «Perché qua funziona così», disse e non sospettava che la polizia di Milano stesse intercettando queste parole nell’ambito di un’altra indagine. Lo spunto è stato inviato a Palermo e la procura ha avviato l’indagine con alcune intercettazioni, anche video, che hanno confermato i sospetti. Non è invece arrivata nessuna denuncia, il malcostume al Policlinico andava avanti da tempo. «C’era una rete di anomali e patologici rapporti e relazioni che quotidianamente caratterizzavano l’attività degli operatori della camera mortuaria», hanno scritto il procuratore aggiunto Paolo Guido (dal primo luglio procuratore di Bologna) e il sostituto Felice De Benedittis nella richiesta di arresto trasmessa il 2 maggio all’ufficio gip. «Con cadenza sistematica e quotidiana – proseguono i magistrati – gli impiegati praticavano il mercimonio della propria pubblica funzione». C’era un vero e proprio tariffario, per «accelerare e oliare la definizione delle pratiche inerenti il rilascio delle salme o la materiale vestizione dei defunti». Furono pagati anche 200 euro per l’espianto di un pacemaker.
«Sempre 100 euro gli si dà se si vuole fare», spiegava un impresario di pompe funebri al cliente. Un impiegato invece confessava (e non sospettava di essere intercettato): «Noi siamo abituati che tutti quelli delle ditte lasciano dei soldi … e li dobbiamo dividere». C’era un patto di ferro fra i quattro impiegati dell’obitorio, e se qualcuno si assentava per ferie o malattie, gli utili si dividevano comunque. «Solo giugno, dal primo fino all’ultimo, ho messo da parte 400 euro», diceva un altro dipendente. «Qua buono mangiamo», sussurrava con tono alquanto sbrigativo un altro dipendente parlando con l’operaio di una ditta di pompe funebri: «Qua devi fare quello che ti diciamo noialtri». Evidentemente, era una ditta che non aveva mai lavorato al Policlinico. Natale Discolpa invece disse una volta: «Per il business, poi parliamo giovedì». Marcello Gargano rispose: «Sì Natale, con voi ci mancherebbe, non ci sono problemi». Un sistema corruttivo che non ha smesso di speculare sulla morte e sul dolore. A uomo furono chiesti 50 euro per poter vedere la moglie nei sotterranei, prima dell’arrivo in obitorio.