repubblica.it, 15 dicembre 2025
Intervista a Simona Tagli
Simona Tagli, classe 1964, milanese doc. Laureata in Architettura, muove i primi passi nello spettacolo con il Drive in di Antonio Ricci e diventa celebre con Domenica In voluta direttamente da Gianni Boncompagni. Showgirl e icona sexy degli anni ’80 e ‘90, non si è fatta mancare anche un’incursione nella politica con Fratelli d’Italia. Oggi fa l’imprenditrice.
Simona Tagli, allora si sposa?
“No, al momento no”.
Ma avevate già fissato la data, gliela ricordo: 13 maggio 2026.
“È andata così, non ci siamo mai sposati. Dopo 20 anni, anche con un periodo in mezzo molto duro in cui ci siamo scontrati per l’affido di nostra figlia, io gli ho detto “sposiamoci, ecco la data”.
E cosa è successo?
“Dopo un’intervista in tv è uscita la notizia su Dagospia con le mie foto molto succinte e desuete di 30 anni fa, oltretutto non autorizzate perché di un fotografo pluriquerelato all’epoca e ormai defunto. E lui, il marito in pectore Francesco Ambrosoli, non l’ha presa per niente bene”.
Quindi?
“A quel punto gli ho detto “se non mi conosci bene dopo vent’anni…”. Insomma, comprendo il suo pensiero ma non lo condivido. Oltretutto i titoli dei giornali non li faccio io. E così abbiamo litigato e non ci sposiamo più. Certi uomini non capiscono che non si va in tv per parlare solo di sé stessi ma anche per essere fonte di ispirazione. Oltretutto questi ultimi 20 anni sono stati caratterizzati per me da grandi rinunce: ho smesso di lavorare nello spettacolo e ho fatto un voto di castità”.
E cosa c’entra il voto di castità?
“L’ho fatto perché mi sono votata alla Madonna per la buona riuscita nella separazione quando è stata messa in dubbio la mia genitorialità in quanto donna di spettacolo. E pensi, dopo tre anni è tutto finito per il meglio, come avevo immaginato, proprio nel giorno in cui si festeggia la Madonna di Loreto”.
Facciamo un passo indietro. Che famiglia era la sua?
“Una famiglia normale. I miei genitori sono antiquari e mi hanno dato un’educazione cattolica facendomi studiare dalle suore Orsoline dalla prima elementare fino al liceo artistico”.
L’amore per lo spettacolo quando arriva?
“Fin da piccola, avrò avuto 9 anni, ho cominciato a fare degli spot pubblicitari. Nutrivo l’ambizione di fare la showgirl che in Italia non esisteva perché volevo emulare il mio mito Raffaella Carrà”.
Ha avuto un’esperienza anche con la Scala.
"Sì, ho studiato anche alla Scala per poco tempo perché avevo un tipo di fisicità che poco si addice alla danza classica”.
L’esordio in tv arriva con Popcorn.
"Era un programma musicale della neonata Canale 5 dove passava sempre Berlusconi a vedere come andavano le cose. E sono riuscita a fare anche Drive In con Zuzzurro e Gaspare”.
Mamma e papà erano contenti?
"Mamma è sempre stata un po’ a favore perché le mamme sono sempre più accondiscendenti, mio papà invece ho dovuto convincerlo”.
È vero che in quel periodo viene anche notata dal produttore americano di Rambo e Basic Instinct, Mario Kassar?
"Lo avevo conosciuto a una festa a Los Angeles e mi aveva contattato per il provino del sequel di Nove settimane e mezzo che dovevo fare a Londra. Ma poi il film non si è fatto”.
E poi cosa ha fatto?
“Volevo presentare Sanremo e ho preparato una videocassetta con le cose fatte fino a quel momento, compresa una canzone per Star 90 di Canale 5, e l’ho mandata al patron del Festival di allora, Aragozzini”.
Come è andata?
“Faccio il provino a Roma con gli autori di Sanremo e mi dicono che mi faranno sapere. Così sono tornata a Milano sconsolata, ma a una settimana dall’inizio del festival mi chiamano per condurre “Sanremo Follie” con Salvatore Marino. Era il 1991 e aprivo la rassegna sanremese”.
Dopo arriva Domenica In e il cruciverbone in minigonna.
“Quando ero andata per il provino alla Dear, al bar incrociai Boncompagni che, dopo Sanremo follie, mi telefonò per chiedermi di fare la domenica pomeriggio. Pensavo fosse uno scherzo e invece no. È stata una bella avventura durata otto settimane e non nove e mezzo, ma con 8 milioni di telespettatori”.
Ha fatto poi tante altre trasmissioni, dal Grande gioco dell’oca a Giochi senza frontiere.
“Sì, anche lo sport con Pole position e Il giro d’Italia, devo dire che me la sono cavata bene. Poi a un certo momento ho voluto fermarmi per difendere un diritto di mia figlia: quello di avere la mamma vicino”.
A proposito del mondo dello spettacolo, ha mai avuto qualche proposta indecente in cambio di lavoro?
“No, ma le dirò di più. Credo che non mi sia mai successo perché mi sono riuscita a imporre come professionista che lavora molto e bene. Quindi era chiaro che con me era inutile provarci”.
Facciamo un po’ di gossip. Le hanno attribuito un flirt con Renzo Arbore, giusto?
“Pensandoci bene sì. Mi ha invitato qualche volta a cena insieme al suo gruppo ai tempi di “Quelli della notte”. Ma una cosa certa è che gli chiesi se fosse single e mi disse di sì. Anche perché non è mia abitudine infilarmi nelle storie altrui. Comunque, l’unica persona dello spettacolo con cui sono stata sette anni è stato Antonio Zequila. Una bellezza diametralmente opposta a quella di Arbore”.
E con Alberto di Monaco come è andata?
“Ci presentò la buon’anima di Nicola Pietrangeli agli Internazionali di Tennis a Roma. Una persona molto dolce e affascinante”.
Poteva diventare principessa!
“Sì, avevo tutte le carte in regola e avevo anche ottenuto l’annullamento dalla Sacra Rota del mio primo matrimonio”.
Le sarebbe piaciuto?
“Ma certo, a chi non piacerebbe diventare principessa?”.
A un certo momento si è anche buttata in politica.
“Mi sono candidata con Fratelli d’Italia alle comunali di Milano nel 2016, ma senza essere eletta. Proprio non mi andavano giù le piste ciclabili”.
Come mai?
“Milano non è come Amsterdam e, se anche molti vanno in bicicletta, è molto pericoloso. E poi le piste ciclabili tolgono visibilità ai negozi”.
Si ricandiderebbe?
“Sì, ma con uno spirito più operativo”.
Sempre con il centrodestra?
“Ca va sans dire”.
Oggi cosa fa?
“L’imprenditrice. Ho aperto un salone di parrucchieri per bambini e lavoro anche nel settore immobiliare”.
Vorrebbe tornare in tv con un programma tutto suo?
“Mi piacerebbe fare un daytime con un occhio al sociale”.
Rimpianti?
“Nessuno. Perché tutto quello che ho fatto l’ho sempre affrontato con il cuore e con gli occhi di una bambina. E devo dire che forse ho pagato un po’ la mia ingenuità, questo sì. Ma non ho rimpianti”.