Corriere della Sera, 15 dicembre 2025
Qatargate e Panzeri, a Milano si va verso l’archiviazione
Prende la strada dell’archiviazione l’unico filone del Qatargate rimasto in Italia: la Procura di Milano non ha elementi per sostenere l’accusa di riciclaggio nell’attività della società Equality Consultancy che, secondo i magistrati di Bruxelles, sarebbe stata utilizzata da Antonio Panzeri per far rientrare in patria parte delle tangenti ricevute in Belgio dal Qatar e Marocco per condizionare l’attività del Parlamento europeo.
Erano stati il giudice istruttore di Bruxelles Michel Claise e il procuratore federale Raphaël Malagnini a consegnare a Milano pochi e scarni atti su Equality al procuratore Marcello Viola e ai pm Fabio De Pasquale e Cecilia Vassena a fine gennaio 2023, un mese e mezzo dopo gli arresti che avevano terremotato il Parlamento europeo. Si parlava di 275 mila euro arrivati da Inghilterra e Turchia ad Equality, società con sede ad Opera (Milano), sulla quale aleggiava il sospetto che fosse uno strumento per riciclare le presunte tangenti ricevute dell’ex parlamentare Ue Antonio Panzeri e dal suo ex assistente Francesco Giorgi. Per questa vicenda la commercialista Monica Bellini finì un giorno a San Vittore e due settimane ai domiciliari su mandato d’arresto europeo emesso da Claise al quale, però, i giudici milanesi, dopo aver chiesto inutilmente al Belgio altra documentazione, negarono la consegna perché la richiesta era «assai vaga». Bellini è indagata con Panzeri, Giorgi e sua moglie Eva Kaili e una trentina di persone nell’inchiesta belga che, a tre anni dall’inzio, è ancora al di là da vedere una fine.
Dalle indagini e dalle dichiarazioni di Panzeri e Giorgi, secondo i quali si trattava di un flusso di denaro legale, emerse che Equality ricevette 75 mila euro da Hakan Camuz, un avvocato turco con base a Londra vicino al presidente Erdogan, e altri 200 mila da una società turca nel 2018, quando Panzeri era ancora deputato europeo di Articolo uno, quindi pubblico ufficiale sospettabile di corruzione internazionale. I pm non hanno potuto approfondire di più perché la Turchia non ha risposto alla loro rogatoria. Hanno, però, potuto interrogare in Inghilterra Camuz il quale ha detto che si era rivolto a Giorgi perché gli era stato segnalato come una persona influente che avrebbe potuto aiutarlo ad ottenere finanziamenti europei, che però non ha mai ricevuto. Camuz lo definisce un «grande lobbista», termine che rimanda alle origini del Qatargate che, partito come una questione di attività lobbistica in nero, venne trasformato dagli inquirenti in una vicenda di corruzione che non è stata ancora provata.
Ora De Pasquale e Vassena chiedono al gip Angela Minerva di archiviare l’inchiesta Equality come ottennero ad aprile 2024 per il filone sui 50 mila euro che, verbalizzò Panzeri, sarebbero stati dati nel 2018 dal Qatar all’assistente di Susanna Camusso per la campagna alla presidenza del sindacato mondiale dei lavoratori (Ituc) dell’ex segretaria generale della Cgil, che per questo fu indagata per corruzione e poi prosciolta.
Domani l’Eurocamera voterà sulla rimozione dell’immunità delle pd Alessandra Moretti e Elisabetta Gualmini chiesta dagli inquirenti belgi su elementi che sembrano di dubbia certezza: sì in commissione per la prima; no per la seconda. Dopo il fermo di un poliziotto accusato di aver dato notizie a giornalisti prima degli arresti del dicembre 2022, l’eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo ha invitato i colleghi a «una riflessione seria e responsabile» per gli «interrogativi gravi sulle modalità con cui è stata condotta l’indagine» che rischiano «di compromettere lo Stato di diritto e la credibilità stessa delle istituzioni europee».