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 2025  dicembre 14 Domenica calendario

Cresce il risparmio. La liquidità supera quota 2.000 miliardi

Il salvadanaio Italia torna a riempirsi: ora ha in pancia più di duemila miliardi di euro. La liquidità degli italiani sui conti correnti tra il 2024 e il 2025 è schizzata a quota 1.379,7 miliardi, in aumento del 4,5% (un balzo di 60 miliardi), mentre i depositi vincolati hanno perso terreno (-8,6%) scendendo di 22,3 miliardi di euro, a 237,5 miliardi. I numeri arrivano dal Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati della Banca d’Italia, e fotografano uno stato di fiducia ritrovata. «La ripresa dei conti correnti e la ricalibratura degli strumenti di deposito raccontano che il Paese percepisce un quadro di maggiore stabilità, frutto di scelte del governo che hanno tenuto insieme rigore e sostegno», commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

In un anno, tra ottobre 2024 e ottobre 2025, la liquidità complessiva delle famiglie e delle imprese italiane è salita da 1.988,6 a 2.046,5 miliardi di euro, segnala l’indagine di Unimpresa, con un incremento di 57,9 miliardi (+2,9%).
Il recupero, come detto, è trainato dai conti correnti, ma va segnalato anche il contributo dei pronti contro termine, aumentati di 14,6 miliardi (+16%).
Nei pronti contro termine ora ci sono 106 miliardi. Più contenuta la crescita dei depositi rimborsabili con preavviso (+5,6 miliardi, +1,8%). In questo caso l’asticella è passata da 317,6 a 323,2 miliardi.
Questa inversione di tendenza è la nuova conferma che il Paese sta meglio, che ha riconquistato credibilità e capacità di essere competitivo. «La tenuta dei conti pubblici, la riduzione dello spread, il controllo dell’inflazione e una linea di politica economica improntata alla prudenza hanno contribuito a creare un contesto nel quale famiglie e imprese smettono di consumare risparmio per necessità e tornano ad accumulare per scelta», evidenzia il presidente di Unimpresa.
A ottobre di quest’anno la liquidità degli italiani restava concentrata per il 67,4% sui conti correnti (1.379,7 miliardi), mentre i depositi con preavviso rappresentavano a quella data il 15,8% (323,2 miliardi), i depositi vincolati l’11,6% (237,5 miliardi) e i pronti contro termine il 5,2% (106 miliardi). «Un quadro che conferma la preferenza degli italiani per strumenti immediatamente disponibili, ma anche una graduale ricalibrazione verso forme più remunerative adesso che la fase acuta della crisi inflazionistica è alle spalle», sottolinea il centro studi di Unimpresa nella sua analisi. La liquidità rappresenta un asset strategico nazionale. Costituisce una riserva di resilienza che consente di assorbire gli shock senza dover ricorrere a interventi emergenziali continui. «Se la fiducia viene preservata, la liquidità resta un ammortizzatore nei momenti difficili, e se viene valorizzata con politiche efficaci, può diventare il carburante della crescita», prosegue Longobardi.
Nel triennio dicembre 2022 ottobre 2025 la liquidità totale di famiglie imprese era diminuita di 19 miliardi (-0,9%), soprattutto a causa del forte arretramento dei conti correnti, scesi di 78,4 miliardi (-5,4%). Una contrazione attribuibile in buona parte all’inflazione, che nei mesi più critici ha superato il 10%, costringendo famiglie e imprese ad attingere ai loro risparmi per fronteggiare il rialzo dei prezzi di energia, beni alimentari, servizi e tassi. Le famiglie escono da questa bufera perfetta come il soggetto più colpito, questo è indubbio: le loro riserve sono diminuite di 31,9 miliardi (-2,7%) rispetto al 2022, fa i conti Unimpresa.
Le riserve delle imprese mostrano, al contrario, un leggero incremento (+11 miliardi per le aziende). Nel 2022-2025 è cresciuta poi la liquidità degli enti previdenziali (+29,5%) e delle onlus (+10,9%). Fondi di investimento (-3,2%), assicurazioni (-4,2%) e fondi pensione (-10,3%) hanno registrato invece un andamento opposto. «Adesso è il momento di creare le condizioni affinché questa liquidità possa progressivamente trasformarsi in investimenti produttivi», conclude Unimpresa. Insomma, ora che il salvadanaio Italia è tornato sopra la soglia dei due miliardi, diventa prioritario fare leva su questo asset per aumentare la crescita. Nel dicembre del 2022 la liquidità totale si attestava a 2.065,5 miliardi. Osservando il periodo che va dalla fine del 2022 a ottobre 2025 si ha l’effetto plastico del risparmio eroso da quella che è stata la più intensa fiammata inflazionistica degli ultimi 40 anni. La liquidità complessiva ha subito una perdita di 19 miliardi.