Il Messaggero, 13 dicembre 2025
Fed, ora Trump guarda ad Hassett per la successione di Jerome Powell
Donald Trump già pensa al post Powell e in anticipo rispetto a quanto annunciato ha dato i nomi dei due candidati più certi per la guida della Federal Reserve. In questo momento Kevin Warsh è salito in testa alla lista dei possibili candidati del presidente per la presidenza della Banca centrale americana, dopo mesi che chiede a Powell di fare tagli più ampi al costo del denaro e ne critica la leadership. Trump ha parlato venerdì nel tardo pomeriggio con il Wall Street Journal, sostenendo tuttavia che non ha ancora preso una decisione definitiva e che in corsa restano ancora altri candidati tra cui Kevin Hassett, che è secondo Trump il secondo nome più gettonato. Powell finirà il suo mandato alla fine di maggio ma già a gennaio il presidente americano ha promesso di annunciare il nome. Warsh, già membro del board della Fed, non era inizialmente considerato il favorito, ma avrebbe rafforzato la sua posizione dopo un colloquio con Trump avvenuto mercoledì. Alla domanda se fosse ora il candidato in cima alla lista, il presidente ha risposto: «Sì, penso di sì», secondo quanto riferito dal quotidiano economico di New York. Trump ha poi citato anche Hassett, direttore del National Economic Council, che in precedenza i mercati delle scommesse indicavano come possibile favorito. «Credo che ci siano Kevin e Kevin. Penso che i due Kevin siano ottimi», ha detto il presidente. «E penso che ci siano anche un paio di altre persone che sono ottime», ha aggiunto, senza fare altri nomi. Il nuovo presidente avrà il compito di guidare le politiche monetarie della Fed in un periodo difficile: da una parte il mercato e la Casa Bianca chiedono tagli più forti per aiutare l’economia e le famiglie, dall’altra il rischio è quello di far salire l’inflazione. Nel corso dell’intervista con il Wall Street Journal, Trump ha anche detto che il presidente della Fed dovrebbe consultarsi con lui. «Di solito questo non si fa più. Un tempo si faceva regolarmente. Dovrebbe essere fatto», ha detto. «Sono una voce intelligente e dovrei essere ascoltato». Il presidente è in conflitto con l’attuale numero uno della Fed che lui stesso aveva nominato nel 2017. Nonostante la Fed abbia già ridotto il costo del denaro di tre quarti di punto percentuale da settembre, in tre ribassi consecutivi, il presidente considera l’intervento insufficiente.