il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2025
Stretta sui legali dei migranti, la manovra colpisce il “gratuito patrocinio”
All’apparenza è un pasticcio, dietro però c’è il tentativo del Viminale di complicare il “gratuito patrocinio legale” per i migranti. Tentativo – se la norma non salterà per le proteste – che peraltro finirebbe per limitare l’intero istituto, cioè il diritto dei meno abbienti a essere assistiti da un avvocato.
La vicenda ieri ha spaccato la maggioranza e ha come cornice la legge di Bilancio in discussione al Senato. Il governo ha inserito una norma che costringe i professionisti che lavorano con la Pubblica amministrazione a essere in regola con i pagamenti fiscali e contributivi, altrimenti non possono essere retribuiti. Quel comma di poche righe ha fatto infuriare gli Ordini professionali, dagli architetti agli ingegneri: basterà una cartella esattoriale non pagata, anche minima, per vedersi bloccare i compensi. L’ha voluta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per riequilibrare, pare, una norma analoga della vecchia Manovra (poi rinviata di un anno): in pochi sanno, infatti, che da gennaio prossimo i dipendenti statali con debiti fiscali non pagati oltre i cinquemila euro si vedranno decurtare in percentuale lo stipendio per saldarli.
Dopo le proteste, il mondo delle professioni si aspettava un correttivo, che è arrivato giovedì con la riformulazione da parte del governo di un emendamento in Commissione Bilancio al Senato. Solo che, invece di ridurre la portata della norma, l’amplifica: viene infatti estesa ai professionisti che lavorano “con altri soggetti con compensi a carico dello Stato” e riguarderà qualsiasi “emolumento” percepito. A cosa serve? In sostanza, a ricomprendere anche gli avvocati che prestano gratuito patrocinio. Stando a quanto filtra, è stata una richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che si sarebbe lamentato del buco normativo nella precedente versione. Solo che il gratuito patrocinio è a carico del ministero della Giustizia, che eroga i fondi. Cosa c’entra il Viminale? E qui veniamo ai migranti.
Nel 2024 il gratuito patrocinio è costato 267 milioni, il 28% (una settantina di milioni) è servito a pagare i servizi legali resi agli stranieri, spesso migranti trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), dove la controparte dei ricorsi per trattenimento irregolare è proprio il Viminale, che si trova poi a dover pagare i risarcimenti. Da tempo, peraltro, i ricorsi stanno aumentando. A marzo scorso ha fatto scalpore una sentenza della Cassazione che ha obbligato lo Stato a risarcire alcuni dei migranti trattenuti ad agosto 2018 a bordo della nave “Diciotti” della Guardia Costiera. “Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni (…) dover spendere soldi per questo è molto frustrante”, ha attaccato sul social X Giorgia Meloni. A luglio poi la Corte costituzionale, rispondendo a un ricorso di un Giudice di pace di Roma, ha richiamato il Parlamento perché le norme che regolano la detenzione nei Cpr sono estremamente carenti. Questo spiana la strada alle richieste di risarcimento per la violazione dei diritti dei migranti (oltre 6 mila quelli transitati nei centri nel 2023). I Cpr sono al centro della strategia del governo per frenare l’immigrazione illegale. Gli stessi, contestatissimi, centri in Albania sono stati trasformati in Cpr per aggirare lo stop imposto dai giudici.
Che siano i legali dei migranti l’obiettivo lo dimostra anche il fatto che la Lega – contraria alla norma generale – ha presentato (prima firmatario Cantalamessa) un sub-emendamento per limitare la stretta sui professionisti solo ai legali che, a spese dello Stato, curano i ricorsi presentati dai migranti oggetto di espulsione (un altro chiede proprio di eliminare il gratuito patrocinio per questa fattispecie). “Serve a evitare situazioni opache”, spiega Cantalamessa al Fatto. Da giorni Il Giornale porta avanti una campagna contro i legali dell’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione e altre realtà, accusandole di usare il gratuito patrocinio per contrastare le politiche del governo.
Non è chiaro se la norma sopravviverà. Ieri la maggioranza si è spaccata. La Lega chiede di tornare indietro e ha depositato un sub-emendamento che cancella l’intero comma. Diversi parlamentari di FdI vogliono almeno allentare la stretta (che alla fine riguarderà anche il gratuito patrocinio per gli italiani, quelli più poveri).