il Fatto Quotidiano, 13 dicembre 2025
Rai, sede venduta. Due traslochi per i mille dipendenti
“Salviamo la Rai di Milano”. Questo lo slogan della protesta che si svolgerà martedì 16 da parte dei dipendenti milanesi della tv pubblica, con un’assemblea aperta davanti alla sede di corso Sempione. Motivo del malcontento è il trasloco negli studi Rai in zona Mecenate, prima di trasferirsi definitivamente nella sede MiCo Nord, in Fiera. Trasloco previsto per il 2029, ma probabilmente slitterà (2030 o 2031). Ma siccome la vendita del palazzo di Giò Ponti è prevista nel 2026, bisogna liberare Sempione entro il 2029. Da qui l’idea del direttore generale Roberto Sergio di un trasferimento di 2 o 3 anni in Mecenate, in via Quintiliano. Ma i dipendenti non ci stanno. “Trasferire 850 dipendenti in una sede che ne può ospitare al massimo 200 significa distruggere il tessuto produttivo della Rai milanese ridimensionandola”, scrivono i sindacalisti Rai. Inoltre, “un doppio trasloco da Sempione a Mecenate e poi da lì a MiCo Nord è uno spreco di risorse”. Insomma, “il vertice aziendale vuole fare cassa con la vendita immediata della sede attuale”, per cui si prevedono di incassare 240 milioni. Cifra che scenderebbe del 30% se l’immobile fosse venduto senza una data certa di uscita dei dipendenti. Denari che, secondo alcuni, serviranno alla Rai per bonificare Viale Mazzini a Roma dall’amianto (120 milioni) “La Rai non ha i soldi per bonificare Mazzini e quindi ha bisogno di fare cassa con Sempione”, si dice a Milano. “Il trasloco a Mecenate serve proprio a non svendere Sempione”, si risponde a Roma.