La Stampa, 13 dicembre 2025
L’Italia frena sulla vigilanza finanziaria Giorgetti: "Esma non ha le capacità"
L’Italia frena sulla vigilanza diretta sui mercati finanziari europei. Per il governo il piano presentato dalla Commissione europea per centralizzare all’Esma di Parigi vari poteri delle Consob nazionali, sopratutto in alcune materie di vigilanza sul risparmio, «è in qualche modo prematuro», ha osservato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla sezione pubblica del Consiglio Ue Ecofin a Bruxelles.
L’impianto proposto dall’Unione ricorda, per certi versi, quanto avvenuto nel 2014 tra la Banca d’Italia e la Banca centrale europea: con l’istituzione del Meccanismo di Vigilanza Unico, il controllo sulle grandi banche italiane è passato di fatto alla Bce, mentre Palazzo Koch ha mantenuto la supervisione sulle banche meno significative collaborando con Francoforte e integrando le sue funzioni nell’ambito del nuovo sistema europeo, gestendo anche la vigilanza su altri intermediari e la tutela della clientela. Una vera rivoluzione.
Anche per questo Giorgetti rileva che si tratta di un «pacchetto di grande portata, tecnicamente e politicamente complesso» motivo per cui «merita una valutazione attenta da entrambe le parti e per questo ritengo necessario costruire un percorso ordinato con discussioni tecniche accompagnate da verifiche politiche regolari per compiere progressi concreti verso questo obiettivo».
Secondo Giorgetti, in particolare «la vigilanza diretta è oggi in qualche modo prematura», perché «l’Esma ha un’esperienza limitata nella vigilanza diretta dei diversi ambiti e non ha ancora sviluppato la capacità operativa necessaria per svolgere tale ruolo». Inoltre, ha aggiunto, «è fondamentale mantenere un certo grado di prossimità alle attività sottoposte a vigilanza, affinché la vigilanza stessa sia efficace».
Il ministro ha poi richiamato il nodo della gestione delle crisi: «La gestione di eventuali crisi continuerebbe a essere affrontata a livello nazionale» e «non disponiamo né di una infrastruttura europea per la gestione delle crisi, né di una rete di sicurezza comune europea». Per questo, ha sottolineato, «una vigilanza diretta a livello europeo dovrebbe andare di pari passo con un meccanismo di salvaguardia comune a livello europeo che possa intervenire nell’ipotesi in cui tale vigilanza fallisca». Servirà «realizzare un mercato integrato europeo attraverso un meccanismo giuridico di cooperazione e di coordinamento molto più solido e vincolante», ha sottolineato, sia «in senso verticale tra autorità di vigilanza europee e nazionali» sia «in senso orizzontale, ossia tra le autorità nazionali dei diversi Stati membri e tra le diverse autorità di vigilanza europee».
Il ministro ha comunque riconosciuto che «il pacchetto della Commissione va nella giusta direzione, rafforzando la governance dell’Esma e introducendo un Consiglio esecutivo efficace, le cui funzioni e poteri dovranno essere discussi». Ha poi sostenuto «il confronto su come la convergenza della vigilanza e la cooperazione tra le autorità nazionali ed europee debbano essere potenziate attraverso meccanismi vincolanti per la condivisione delle informazioni, la supervisione quotidiana e la risoluzione delle controversie».