la Repubblica, 14 dicembre 2025
Iva non riscossa, in Italia mancano 25 miliardi. Evaso il 15 per cento del gettito, sopra media Ue
In Italia l’Iva non riscossa resta elevata e torna a crescere. Nel 2023 il tax gap si è attestato al 15%, pari a circa 25 miliardi di euro di gettito non incassato, contro il 14,5% del 2022 e il 19,3% del 2019. È quanto emerge dal rapporto della Commissione europea Mind the Gap, che per il 2024 stima una nuova lieve risalita al 15,3%, interrompendo il recupero registrato nel biennio post-Covid. Il livello italiano resta ben al di sopra della media Ue del 9,5%, collocando il Paese solo al ventesimo posto nel confronto europeo. Secondo Bruxelles, la riduzione osservata tra il 2021 e il 2022 è coincisa con l’estensione della fatturazione elettronica, la crescita dei pagamenti digitali e soprattutto con il Superbonus, che ha incentivato l’emersione di base imponibile nel settore edilizio, tradizionalmente più esposto all’evasione.
Nel 2023 tuttavia – primo anno del governo Meloni – l’effetto di questi fattori si è indebolito, mentre l’aumento dei fallimenti e la crescita più contenuta dei pagamenti elettronici hanno esercitato nuove pressioni sul divario. Accanto all’evasione, pesa anche la struttura dell’imposta. Nel 2023 il divario di gettito Iva legato a aliquote ridotte ed esenzioni è stimato in circa 209 miliardi di euro di gettito potenziale, pari a oltre il 55% delle entrate teoriche. La sola componente delle aliquote ridotte vale 64 miliardi, una quota molto più elevata rispetto alla media Ue, contribuendo a mantenere basso il gettito in rapporto al Pil. Ma l’Iva è solo una parte del problema.
Sul fronte dell’Irpef, il rapporto segnala che il tax gap dei lavoratori autonomi resta al 59,8%, pur in lieve calo rispetto all’anno precedente: 37 miliardi di euro. Sul sistema incide poi anche il peso delle spese fiscali. Nel 2025 le tax expenditures sono stimate in 119 miliardi di euro, pari al 5,8% del Pil e all’11,4% delle entrate tributarie complessive. La Commissione segnala che, pur diminuendo le agevolazioni a 575, l’impatto in termini di gettito perso continua a crescere. Sul fondo resta l’economia sommersa, stimata nel 2022 al 20,2% del Pil, circa tre punti sopra la media Ue, con un’incidenza più marcata tra lavoro autonomo e micro attività. Criticità emergono infine sulla riscossione. A fronte di 72,3 miliardi di evasione accertata nel 2024, il recupero effettivo si è fermato a 12,8 miliardi, pari al 17,7%, lasciando uno stock di arretrati tra i più elevati dell’Unione.