la Repubblica, 14 dicembre 2025
Via i questori criticati per i blitz dei centri sociali
Una quindicina di questori che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sposta da una parte all’altra d’Italia. Una velina del Viminale in cui tutto appare ordinario. Ma il tempismo del valzer di poltrone spinge a una lettura diversa, almeno in due casi. Quello del questore di Torino, Paolo Sirna, che viene trasferito alla questura di Reggio Calabria, dopo poco più di un anno dal suo insediamento e a due settimane dall’assalto alla sede del quotidiano La Stampa. Poi c’è l’avvicendamento nella questura di Bologna. Va via Antonio Sbordone dopo due anni e il fuoco incrociato da parte di Fratelli d’Italia per la gestione dell’ordine pubblico. La sua destinazione è Venezia. Al suo posto, dalla Laguna, arriva Gaetano Bonaccorso.
I due alti funzionari della polizia si sono detti, con i loro collaboratori, «amareggiati». «Le polemiche ci sono state ma i questori non sono stati declassati – dice Giuseppe Tiani, il segretario generale del sindacato di polizia Siap – perché le sedi di destinazione non sono di rango inferiore ma molto importanti e impegnative. Venezia è riconosciuta a livello internazionale, a Reggio Calabria Sirna torna a impegnarsi contro la criminalità organizzata».
Sta di fatto che sotto la Mole è stata una stagione delicata sul fronte dell’ordine pubblico tra scontri, feriti, assalti. E le critiche sono piovute sul questore, soprattutto, per come aveva gestito il distacco di un gruppo di antagonisti dal corteo pro Palestina poco prima del raid nella redazione della Stampa. Tre giorni fa il capo della polizia, Vittorio Pisani, è andato a trovare i giornalisti assicurando un approfondimento sulla vicenda. Ma a Torino Sirna è stato anche il questore che ha coordinato la Digos nell’arresto, il 19 gennaio scorso, del generale libico Almasri. Il centro nevralgico delle polemiche resta comunque la gestione delle piazze giudicata troppo morbida da parte del questore. Sia per le manifestazioni pro Pal dello scorso settembre sia per l’assalto alle Ogr, le ex officine grandi riparazioni dove erano attesi Jeff Bezos e Ursula von der Leyen a Italian tech week. Un altro capitolo, connesso comunque al mondo dei manifestanti, è quello del centro sociale Askatasuna che, secondo la procuratrice generale di Torino Lucia Musti «determina, produce, genera eversione di piazza». «La cosa vera – è quanto sostiene Felice Romano, segretario nazionale del Siulp – è che per il controllo dell’ordine pubblico mancano gli uomini. E i questori si ritrovano con in mano delle armi spuntate».
Da Torino a Bologna. Mentre il questore Sirna si trincera dietro il silenzio, Antonio Sbordone ci tiene a sottolineare: «Penso di avere fatto il mio dovere». Poi a chi gli è stato vicino negli anni difficili a Bologna confida che è stato quasi un sollievo il nuovo incarico perché la gestione era diventata difficile. Gli attacchi continui soprattutto da parte di FdI avrebbero reso pesante il clima. Da una parte il questore, secondo i suoi accusatori, sarebbe stato accondiscendente col Comune e troppo tollerante con chi scendeva nelle piazze a manifestare. Uno degli ultimi episodi è quello legato agli scontri nel post partita di Eurolega di basket tra la Virtus Bologna e il Maccabi Tel Aviv. Ma ci sono anche le tensioni per il corteo che per diverse ore ha tenuto in ostaggio la tangenziale della città. «La mia indole è quella del dialogo e di uomo dello Stato», è quanto avrebbe detto ai suoi poliziotti Sbordone, forte anche dei suoi 20 anni trascorsi alla Digos, prima di lasciare il suo ufficio.