Corriere della Sera, 14 dicembre 2025
Campbell’s, la conserva icona Usa, entra in Regina San Marzano
Chissà se Andy Warhol oggi avrebbe immortalato il pomodoro San Marzano. L’annuncio dell’ingresso di Campbell’s Company (proprio la marca resa iconica dall’artista americano) nel capitale di La Regina di San Marzano, con il 49% e un investimento di 286 milioni di dollari, è uno degli accordi più significativi dell’anno nel settore alimentare.
Per la dimensione dell’operazione e per il modello che rappresenta: un’azienda italiana familiare, nata nel 1983 nel distretto del pomodoro, che è diventata un punto di riferimento della categoria premium negli Stati Uniti. La Regina chiuderà il 2025 a oltre 390 milioni di euro di fatturato a cui si aggiungono 70 milioni di dollari generati dallo stabilimento americano di Alma, Georgia.
Oggi il gruppo produce 170 milioni di vasi di sughi e 60 milioni di barattoli di pelati l’anno, attraverso tre stabilimenti e due sedi commerciali tra Italia, Stati Uniti e Canada. Con queste premesse, l’accordo con Campbell’s apre una fase nuova per la competizione globale e per la filiera italiana del pomodoro. «Il nostro legame con gli Usa inizia negli anni Ottanta – ricorda Felice Romano, ceo del gruppo – ma il salto di qualità arriva nel 2022 quando abbiamo inaugurato il sito produttivo di Alma, in Georgia: un passaggio decisivo per presidiare la supply chain americana e ridurre i tempi di risposta. Oggi lavoriamo come una piattaforma unica Italia–USA: a Scafati si concentra la lavorazione del pomodoro, in Georgia i sughi e le linee destinate al retail americano».
Come cambia l’azienda da un punto di vista strategico e operativo? «Accelera un processo già in corso: rafforzare la produzione, creare sinergie, essere ancora più competitivi sul mercato dei sughi pronti e aprire a nuove categorie di prodotti. Negli Usa lo sviluppo del brand Rao’s è stato eccezionale, ora dobbiamo consolidare la leadership. Una delle aree più interessanti è quella delle pizze surgelate, un mercato in forte crescita negli Usa». I mercati globali però stanno cambiando rapidamente così come i gusti alimentari. «Oggi il mercato Usa chiede trasparenza – spiega Luigi Romano, consigliere delegato – una clean label fatta di pochi ingredienti, freschi, ricette riconoscibili e nessuna aggiunta di conservanti o aromi. Abbiamo replicato il metodo della nonna campana e l’abbiamo trasferito su scala industriale: la formula del successo negli Usa».