Corriere della Sera, 14 dicembre 2025
Siria, imboscata contro gli americani
«Piangiamo la perdita di tre grandi patrioti americani in Siria, due soldati e un interprete – ha scritto Donald Trump sul suo social Truth —. Questo è un attacco dell’Isis contro gli Stati Uniti e la Siria, in una parte molto pericolosa della Siria non pienamente controllata da loro. Il presidente siriano Ahmad al Sharaa è profondamente arrabbiato e inquietato da questo attacco. Ci sarà una risposta molto dura».
I soldati uccisi stavano conducendo con i siriani una operazione di anti-terrorismo a Palmira, città nel cuore della Siria, quando si sono trovati sotto gli spari di un attentatore, che è stato ucciso dalle forze di sicurezza siriane. Altri tre soldati americani e due siriani sarebbero rimasti feriti nell’imboscata. Il segretario alla Guerra Pete Hegseth, in un post su X, ha definito «un selvaggio» l’assassino e promesso che gli Stati Uniti «daranno la caccia, troveranno e uccideranno senza pietà» chiunque minacci cittadini americani.
Sono le prime vittime Usa in Siria dalla caduta del dittatore Assad. La presenza statunitense nei mesi scorsi è stata ridotta in Siria da 2.000 a 1.000 soldati. Ma il nascente governo di Al Sharaa ha non poche difficoltà nel ricostruire una forza militare mentre combatte le minacce dell’Isis e di altri gruppi armati. L’attentato di ieri non è stato rivendicato, ma le prime valutazioni suggeriscono che si tratti dello Stato Islamico. L’imboscata avviene appena un mese dopo che Al-Sharaa ha visitato la Casa Bianca e annunciato un accordo di cooperazione politica con la coalizione a guida americana contro l’Isis. Negli ultimi mesi ci sono state operazioni aeree e di terra congiunte.
Lo scorso mese il governo siriano ha arrestato oltre 70 persone accusate di legami col gruppo. Un aspetto problematico e in parte da chiarire è che sembra che l’attentatore fosse un membro delle forze di sicurezza siriane, secondo tre fonti locali anonime citate da Reuters. Il ministero dell’Interno siriano ha detto a una tv statale che l’attentatore non aveva un ruolo di leadership nelle forze di sicurezza.
«Il 10 dicembre era stata ordinata una evacuazione che indicava che questo attentatore poteva avere idee estremiste e una decisione su di lui doveva essere presa domani, domenica», ha detto ieri la portavoce del ministero Noureddine el Baba, aggiungendo che la Siria aveva avvertito della possibilità di un attacco dell’Isis nella regione, ma «le forze della coalizione non hanno preso l’avvertimento in considerazione». Ha detto anche che il governo determinerà se l’attentatore era «legato all’Isis o ne condivideva l’ideologia», cioè quale sia il livello di organizzazione dietro l’attacco.