Corriere della Sera, 14 dicembre 2025
Caldaie, il piano: stop ai controlli. L’allarme degli artigiani
C’è una parola che nel lessico amministrativo suona sempre bene: «semplificazione», che promette meno carte, meno obblighi, meno costi. Ma, spesso, nel tentativo di alleggerire gli oneri per i cittadini, finisce per creare nuovi problemi. È quanto denuncia l’Unione Artigiani della provincia di Milano dopo aver preso visione di una bozza molto avanzata del nuovo Dpr del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, destinato a riscrivere – abrogando il Dpr 74 del 2013 – le regole sui controlli degli impianti termici.
Il punto che ha fatto scattare l’allarme è la norma che elimina le ispezioni «in situ» per tutti gli impianti sotto i 70 kilowatt: le caldaie di casa a gas vanno dai 20 ai 35 kW e sono circa 20 milioni in Italia, di cui almeno 7 milioni con più di 15 anni di età. Come standard nazionale viene fissato un solo controllo di efficienza energetica delle caldaie casalinghe ogni quattro anni, salvo che le Regioni dispongano diversamente ma motivandolo in modo «robusto».
Sulla carta potrebbe sembrare un aiuto ai cittadini, «ma sarebbe un po’ come togliere il controllo periodico sulle automobili perché costa», osserva Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani. «Con il rischio di avere più incidenti e più inquinamento». Inoltre, i catasti regionali e provinciali degli impianti termici funzionano a macchia di leopardo, su piattaforme che non dialogano tra loro e che raramente incrociano i dati dei contratti di fornitura del gas con quelli catastali o di abitabilità. Affidare la sicurezza delle abitazioni a verifiche «a scrivania» da parte degli enti delegati, concludono gli artigiani, significa presupporre un sistema informativo che al momento non esiste.