Corriere della Sera, 13 dicembre 2025
Ryanair nel mirino dell’Antitrust, verso una maxi multa
Su Ryanair incombe lo spettro di una maxi-sanzione tra 500 milioni e un miliardo di euro da parte dell’Antitrust italiano per abuso di posizione dominante, assieme alla richiesta di modificare il modello di business. Una decisione potrebbe arrivare già il 22 dicembre, secondo quanto risulta al Corriere da fonti vicine al dossier.
L’istruttoria, avviata nel settembre 2023, arriva alla stretta finale dopo il deposito delle difese del 30 novembre e l’audizione del 10 dicembre. Il procedimento A568 accusa Ryanair di avere abusato della sua posizione in Italia (44–50% sul domestico, 38–39% tra voli nazionali e con l’Ue) restringendo lo spazio competitivo delle agenzie fisiche e online (Ota). L’Agcm contesta l’introduzione di misure «restrittive», come la verifica facciale per i passeggeri che acquistano tramite Ota, il sistema di blocco automatico delle prenotazioni «Shield» e contratti di distribuzione considerati «squilibrati». Secondo l’Autorità, queste pratiche hanno spinto gli utenti verso il sito del vettore, riducendo il confronto dei prezzi, le offerte combinate e la libertà di scelta.
Agenzie e tour operator denunciano difficoltà nel vendere i voli Ryanair, con ricadute economiche rilevanti. L’Agcm ritiene che la combinazione di quota di mercato, rete e peso commerciale configuri una posizione dominante «non contestabile» e che il vettore ostacoli la concorrenza con restrizioni artificiali.
La compagnia respinge ogni addebito. Nella sua memoria di oltre duecento pagine – comprensiva di uno studio esterno – sostiene che la verifica dell’identità e i blocchi siano strumenti antifrode, non barriere anticoncorrenziali. Ribadisce che nessuna norma la obbliga a siglare accordi con le Ota e che la vendita diretta è parte del modello che permette tariffe più basse. Contesta la definizione di «mercato» utilizzata dall’Agcm, ritenuta «artificiosamente ristretta». Una tesi che, secondo due esperti consultati dal Corriere, avrebbe «qualche fondamento». La low cost denuncia la «grave mistificazione dei fatti» e ricorda che la Corte d’appello di Milano ha stabilito che la scelta di riservare a sé la vendita dei biglietti non costituisce abuso.
Se l’Agcm confermasse le risultanze, Ryanair rischierebbe una sanzione fino al 10% del fatturato – 2,7 miliardi di euro l’anno, di media, in Italia nell’ultimo triennio – incluse le aggravanti, più le misure correttive. Secondo gli esperti non si ha memoria di autorità, nazionali o europee, che abbiano ordinato a un’impresa di modificare il proprio modello di business.
L’Agcm non si pronuncia. «Poiché la decisione non è ancora stata presa, sarebbe inappropriato commentare», replica Ryanair. Nei documenti finanziari il vettore ammette il rischio di un esito sfavorevole che impugnerebbe al Tar e al Consiglio di Stato.